Si preventiva una calo del 2% sulla produzione di oliva a causa del lungo caldo e della presenza della mosca olearia, ma la qualità resta invariata con la garanzia del marchio DOP. Attorno alle sponde del Lago di Garda è iniziata la campagna di raccolta delle olive con un anticipo di almeno due settimane rispetto ai tempi tradizionali, poiché quest’anno il prolungato caldo e la siccità hanno influito sui tempi e sulle rese inferiori, dovute anche alla mosca olearia. Al calo nella produzione si affianca comunque la certezza di una qualità sempre alta, che, frutto della passione degli olivicoltori e del clima mediterraneo del lago, è sempre garantita dalla certificazione di un prodotto a Denominazione di Origine Protetta.

 

I tecnici del Consorzio di Tutela preventivano un calo di produzione di circa il 2% sull’anno 2010/2011 e una diminuzione di circa il 5% sull’anno 2009/2010, una percentuale tra l’altro in linea con altre zone di coltivazione. “Questo si è verificato – spiega Andrea Bertazzi presidente del Consorzio – per gli effetti delle gelate in inverno nel basso Garda bresciano e veronese, come per l’alternanza di produzione che per un forte attacco di mosca dell’olivo”. Per un confronto, conviene quindi ricordare che lo scorso anno in questi stessi giorni gli associati prevedevano 23.183 quintali di oliva: nel 2010 la pioggia se da un lato aveva disturbato, dall’altro aveva tenuto lontana la mosca olearia.

Il calo nella produzione non incide comunque in alcun modo sulla qualità dell’olio nuovo che sarà immesso sul mercato entro Natale, ma prima saranno effettuate tutte le certificazioni per la DOP, che richiedono 10-15 giorni. Una delle più belle peculiarità del Garda è di avere un olio dalle caratteristiche di base tipiche e inconfondibili, uguali per tutte le tre aree di produzione, che però allo stesso tempo si può presentare con sentori diversi e intensità fruttate altrettanto differenti. “Il nostro è un Consorzio giovane – spiega Bertazzi – nato nel 2004, che nel corso di pochi anni è cresciuto, arrivando a 486 soci tra olivicoltori molitori ed imbottigliatori. L’olio Gardesano comprende tre regioni, e quattro provincie e nonostante la piccola produzione olivicola della zona, come vendite, siamo tra le prime cinque DOP d’Italia”.

I prezzi si confermeranno tra i 15 e i 18 euro per una bottiglia da 750 ml. Queste cifre sono determinate dalla zona di coltivazione e non dalla certificazione DOP. “Sono in tanti a credere che il costo che più incide nella produzione di olio DOP sia la certificazione, ma – dice il presidente del Consorzio – non è assolutamente quello: certificare il proprio olio come DOP tra prelievo e analisi, a prescindere dalla quantità, costa 290 euro. Il costo maggiore che incide sul prezzo dell’olio è imputabile a tutto il ciclo produttivo che parte dal mantenimento dell’olivicoltura, slupatura, potatura, trinciatura, raccolta, manodopera regolare, molitura. Facendo bene i conti tra produrre olio DOP ed extravergine non certificato non vi è differenza, nonostante siano da aggiungere i costi dell’analisi e del contrassegno numerato da applicare sulle bottiglie con il marchio Olio DOP Garda. A ragion del vero quelli del contrassegno sono costi con cui viene fatta promozione al marchio oleario condiviso e a tutto il Garda”.

A vigilare sulla qualità dell’olio Garda DOP ci sono il Consorzio, l’Ispettorato Controllo Qualità, l’agente vigilatore sul mercato e un ente certificatore secondo l’attuale disciplinare di produzione, che è uno dei più restrittivi a livello nazionale e definisce i parametri per l’ammissibilità del prodotto alla denominazione. Con la certificazione si ha una garanzia di qualità da mostrare al consumatore e un marchio riconoscibile. “Certificare un olio a Denominazione di Origine Protetta – spiega il presidente – è una scelta importante e utile che serve a dare un identità di provenienza e di garanzia al consumatore e dare maggior tutela ai produttori distinguendo il proprio prodotto da altri extravergini con diverse origini”.

Il marchio DOP permette di fare la differenza e proporre un olio con caratteristiche uniche donate dal tipo di ambiente, terreno, clima, evidenziando il legame con il territorio soprattutto quando questo è anche un importante meta turistica. “Gli stranieri cercano l´olio del Garda – dice Bertazzi – e secondo me è importante legare il prodotto al territorio, alla provenienza, a prescindere che sia un blend o un monocultivar”.

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Redazione BsNews.it

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