Non ce l’ha fatta il 18enne ferito nel campo rom di Calcinatello
(a.c.) Il giovane rom di soli 18 anni ferito al capo da un colpo di arma da fuoco non ce l’ha fatta, ed è morto dopo un giorno di agonia.
I fatti risalgono a mercoledì sera: Ionut Iamandita, rom romeno di 18 anni, è seduto nella casetta del campo nomadi che occupa da soli due mesi quando un colpo di arma da fuoco lo raggiunge al capo. Lo sparo viene da fuori, e il proiettile buca la finestra prima di conficcarsi tragicamente nella nuca di Ionut. La corsa in ospedale è rapida, prima a Montichiari poi al Civile di Brescia. La ferita è gravissima, i medici dicono disperata. E infatti a distanza di un giorno e mezzo, ieri, Ionut muore nel letto della Seconda Rianimazione dell’ospedale. Fuori dalla porta i pianti e le grida di dolore di decine di nomadi, amici e parenti della vittima.Tra loro anche la giovanissima moglie di Ionut, che fra poco metterà alla luce quello che sarebbe stato il primogenito del ragazzo.
La disperazione dei parenti, che hanno deciso di non consentire l’espianto degli organi, a sprazzi lascia il posto alla rabbia contro chi possa aver sparato il colpo mortale. Uno zio del defunto, parlando della bontà d’animo del giovane, della sua tranquillità, della sua intelligenza, dice che è stato una vittima innnocente di un regolamento di conti con "i serbi", forse uno sbaglio di persona.
Gii uomini del Nucleo Operativo dei carabinieri di Desenzano dovranno stabilire l’esatta dinamica dei fatti (non ci sono indizi nel campo nomadi, né si sa da che arma è stato sparato il colpo) e prima ancora il movente che ha portato un uomo a sparare al giovane Ionut.