di Alessandra Tonizzo – Il nostro viaggio verso l’Ovest bresciano inizia da Palazzolo sull’Oglio, comune di quasi 20.000 abitanti, equidistante da Brescia e Bergamo. Il fiume scorre al centro del territorio, diviso in numerosi rioni e frazioni (tra cui San Pancrazio è la più densamente popolata, mentre Mura avrebbe bisogno di maggiori cure), diventando fulcro dell’attività sportiva zonale (cayak, pesca, arrampicata), grazie anche alla riqualificazione del parco, ben tenuto e frequentato. I palazzolesi vivono dei prodotti agricoli (cereali, frumento, foraggi, vite, prodotti dell’orto), dell’allevamento dei bovini e di suini, nonché del lavoro offerto dall’industria operante nei comparti edile, tessile, manifatturiero, del materiale plastico e della metalmeccanica; il paese, dotato di molte potenzialità (ma – a detta dei commercianti – poco valorizzato), lamenta la carenza di botteghe fondamentali, mitigata solo in parte dal mercato agricolo del venerdì. Una decina di chilometri più a sud troviamo Chiari, cittadina di pianura (il titolo di Città, concesso con Regio Decreto e poi toltole, è stato da poco reintegrato) con circa 19.000 abitanti, di antica origine, che presenta un quadro economico fiorente grazie allo sviluppo dell’agricoltura (ottimale la presenza di molti canali irrigui per le colture cerealicole; vivace il settore lattiero-caseario), delle attività industriali (metallurgia) e dell’artigianato (lavorazione della seta). I clarensi, le cui residenze si trovano anche nelle località di Lumetti, Monticelli e Santellone, sono fieri dello scenario di stampo medievale del proprio comune: una serie di tortuose viuzze sfocianti nella piazza centrale, dove si erge il duomo, che vedrà presto tornare il mercato settimanale. Chiari è impegnata in un importante restyling, partendo da viale Mazzini – che vuole diventare il “salotto” del paese – e passando per via Roccafranca (con la nuova caserma), viale Pietro Cadeo (auditorium e centro anziani), via S.S. Trinità (bar e bocciodromo), per terminare con i lavori all’ex magazzino merci FS e la nuova scuola “L. Einaudi” ITCG, pronta a settembre. Ma la nota dolente di Chiari resta il traffico, contro il quale valgono ben poco rotonde scalcagnate e vigili posticci, mentre la componente straniera (2.934 regolari, la maggioranza albanesi) sembra perlopiù integrarsi, soprattutto grazie al servizio scolastico. Al confine con Bergamo, Castelcovati resta un paesino (poco più di 6.500 abitanti, pochissime attività commerciali) d’impronta agricola, nonostante l’estensione dei campi coltivati sia passata dalla maggioranza del territorio (più del 60%) a una parte della periferia, caratterizzata dalle colture di mais, frumento e orzo. Una buona percentuale dei suoi abitanti svolge attività nel campo dell’edilizia, e si registra un indice di vecchiaia inferiore alla media: è in atto un notevole incremento demografico locale, in controtendenza al noto stato generale dello Stivale. Orzinuovi sorge nella riserva “Il bosco di Barco”, a sud-ovest della provincia, a confine con quella cremonese e in prossimità di quella bergamasca. Su 48 mq, divisi in 11 località, oltre 12.000 orceani vivono di un’economia basata sui prodotti agricoli (cereali, frumento, foraggio, frutta e ortaggi), sull’allevamento dei bovini e suini, sulle industrie alimentari (in particolare lattiero-casearie), edili, tessili, automobilistiche e metalmeccaniche. Orzinuovi, anch’essa denominata “città”, è il polo commerciale dei paesi limitrofi e fa della sua piazza un’allettante vetrina ricca di negozi di qualità, nonostante non manchi la cattiva abitudine, ormai dilagante, di voler fare shopping con l’auto fuori dall’uscio. Restano, purtroppo, ai margini iniziative giovanili che vadano aldilà dell’happy hour. Nel 2011, il nostro Ovest punta sempre dritto, senza concedersi battute d’arresto, (crisi permettendo): per arrivare davvero al massimo, non resta che potenziare i servizi
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