Droga. Tanta droga, almeno 100 i chili di coca arrivati a Brescia dal 2003 seguendo due piste, una sudamericana e una balcanica. C’è la cocaina al centro dell’operazione "Ticino" portata a termine ieri dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Brescia e dalla Squadra Mobile. Tutto è partito dall’arresto di Giancarlo Rossini avvenuto il 30 dicembre di un anno fa, quando fu fermato assieme a un "grossista" e a suo figlio, e anche il padre risultò essere coivolto.
Da allora, in questi 9 mesi, la Procura ha lavorato a stretto contatto con i colleghi piemontesi per trovare i collegamenti bresciani, pare con base a Lumezzane, della banda, e ieri si sono raccolti i frutti. Dieci le persone in arresto, alcune delle quali si trovavano già ai domiciliari; tra i fermati sono stati fatti i nomi di S. M. di Brescia, M. M. di Mazzano, M. R. di Calcinato, S. M di Padenghe, M. M. di Torbole Casaglia, P. M. di Flero, R. L.di San Zeno, F. B. P. di Roncadelle.
Come detto il cuore delle indagini pulsa attorno al traffico di stupefacenti, ma potrebbe aprirsi anche il filone delle minacce e dei propositi di vendetta contro i magistrati. Se ne occuperà la Procura di Venezia: pare che Rossini abbia dichiarato di volersi vendicare "con la pistola" di alcuni magistrati che gli avevano sequestrato beni.
a.c.
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