Paroli: “Dobbiamo diventare una città da 220mila abitanti”

Brescia è una grande città, e deve riprendere ad attrarre abitanti dalla provincia, e a proporre servizi di qualità. Questa, in sostanza, l’idea di fondo del sindaco Adriano Paroli, la linea che cerca di seguire nella stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio.

In un’intervista pubblicata sull’edizione odierna del Giornale di Brescia, il sindaco parla a tutto campo della sua visione della città, e cerca di fornire una spiegazione circa l’auspicio che la città torni ad essere oltreché una grande città anche una città grande: «Brescia non è una città grande ma una grande città. Siamo punto di riferimento di un’area vastissima e di una provincia di un milione di persone; come Milano ma senza essere Milano dobbiamo garantire funzioni istituzionali sovraprovinciali; siamo forti di una lunga tradizione di alti standard nei servizi. Per poter confermare anche nel futuro queste nostre caratteristiche la crescita è per noi necessaria. Dobbiamo diventare una città da 220mila abitanti. Altrimenti dobbiamo assistere al fenomeno dell’uscita dei bresciani verso l’hinterland e rassegnarci a diventare una città di 150mila abitanti, la metà dei quali immigrati. Una Brescia così non potrà più essere una grande città».

Ancora: «[…] abbiamo immaginato una serie di passaggi concreti da realizzare principalmente utilizzando la leva della compensazione urbanistica. Si tratta di progetti che magari non vedranno la luce tra due anni ma che tracciano un percorso chiaro. Sotto questo profilo mi viene in mente il quinquennio ’85 ’90 del sindaco Padula che pose le basi per una serie di interventi come la metropolitana e i parcheggi in struttura che sono realtà oggi».

Forse negli ultimi anni i giovani della città e le neo-famiglie hanno smesso di cercare la casa in campagna e si fermano nel capoluogo, in futuro cosa servirà per trattenere queste persone, a attrarne di nuove? Il sindaco risponde sul Giornale di Brescia: «Molte cose. Sicuramente la conferma di una vocazione produttiva e commerciale. Sicuramente la capacità di ribadire la qualità dei servizi erogati. Ma anche risposte nuove a esigenze decennali, come ad esempio la fame di strutture sportive. Ecco allora politicamente definita il Parco dello sport: dove prima era formalmente disegnato un Parco delle cave senza né una lira né un metro quadro a disposizione, ora il Comune potrà acquisire un milione di metri quadri di superficie. Con le compensazioni inoltre acquisiremo un altro milione di metri cubi in un’area di pregio come la Valle di Mompiano ed altrettanto in via del Carretto e al Parco di San Polo. Anche grazie a questo Brescia sarà una città sempre più verde».

Infine il pensiero sul centro storico, che in questi anni di amministrazione è sempre stato al centro delle attività della Giunta: «Il centro storico rappresenta un valore aggiunto inestimabile. Molte sono le criticità e c’è sicuramente bisogno di una opera lunga. Ma è innegabile una inversione di tendenza: mentre in passato il messaggio amministrativo parlava di un centro inaccessibile ora lo sforzo di rivitalizzarlo fa vedere i suoi primi frutti. E molto ci attendiamo dall’impegno per le strutture universitarie».
a.c.

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Redazione BsNews.it

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