Cartello “ingiurioso” contro una attivista della Cgil ad Adro. La Camera del lavoro denuncia Umberto Bossi
La Camera del Lavoro di Brescia, la Fondazione Piccini e l’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione – come riferisce un comunicato inviato dalla Cgil che pubblichiamo in forma integrale – hanno denunciato Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi, in qualità di rappresentanti della Lega Nord Lombardia e della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, per «molestie e atti ritorsivi» nei confronti dell’attivista dello Spi Cgil di Adro Romana Gandossi, degli immigrati e delle stesse associazioni ricorrenti.
Il motivo della denuncia è legato a un manifesto attaccato alcuni giorni fa sulla vetrina della sede di via Umberto I della Lega Nord di Adro nel quale si leggono frasi ingiuriose sia nei confronti di Romana Gandossi che degli immigrati con l’intento, così si legge nella denuncia, «di violare la dignità di una persona e creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo».
Il cartello, pieno di epiteti spregiativi, maschilisti e omofobi sembra faccia riferimento, come si legge nella denuncia, «ad una recente vicenda nella quale la ricorrente è intervenuta (coinvolgendo anche Caritas ed altre associazioni) per aiutare una famiglia marocchina con due bimbi piccoli che aveva subito un procedimento giudiziario di sfratto».
Non è peraltro la prima volta che la Lega Nord di Adro attacca personalmente Romana Gandossi rispetto ad alcune delle numerose vicende che hanno reso tristemente noto il Comune di Adro negli ultimi anni, dal servizio mensa negato ai Soli delle Alpi fino ai bonus bebè per soli figli di italiani.
Lo scorso anno la Lega Nord ha diffuso un volantino «dedicato a tutti quelli, tra cui veniva citata Romana Gandossi, che hanno infangato, offeso e calunniato Adro». A fine 2010, in una lettera pubblicata sul notiziario locale, il sindaco ha accusato la signora Gandossi di essere la responsabile del contenzioso giudiziario con la giunta. Infine, in occasione della vicenda dei “soli padani” la signora Gandossi è stata anche aggredita fuori dalla scuola stessa (ove si era recata per accompagnare sua nipote) da alcune mamme che la accusavano, in quanto esponente della Cgil, di avere attizzato le polemiche contro l’operato del sindaco.
Da qui la denuncia nella quale si chiede: che venga accertato il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dalla Lega Nord, che ha consentito che sulla vetrina della sezione di Adro venisse attaccato un manifesto con epiteti offensivi nei confronti di un’attivista dello Spi Cgil e degli immigrati in generale; che il manifesto venga rimosso; che la Lega Nord sia obbligata a pagare un importo non inferiore a 30mila euro a Romana Gandossi, offesa nella sua dignità personale e immagine pubblica; che la Lega Nord sia condannata a pagare 5mila euro per ciascuna associazione ricorrente.
«La scelta della Lega Nord di attaccare un cartello con offese personali nella propria sede è un fatto molto grave e dimostra come ad Adro, di fatto, l’agibilità politica e la possibilità esprimere le proprie opinioni non sia libera – afferma Damiano Galletti, segretario della Camera del lavoro di Brescia –. Non è ammissibile, infatti, che a causa dell’impegno nella comunità si venga poi additati pubblicamente sui volantini, sui bollettini comunali che diventano notiziari di partito e ora anche sui manifesti».