Labolani replica alla Cgil: “Ma quale aggressione verbale? Sono stati loro a minacciarmi”
“Ma quale aggressione verbale? Sono io che sono stato oggetto di ironie e intimidazioni”. Risponde così l’assessore comunale Mario Labolani dopo che la Cgil, in una nota, ha citato il titolare dei Lavori Pubblici come il protagonista di uno spiacevole episodio verificatosi stamane in via Marconi. “Era anni che non vedevo picchetti. Invece questa mattina, all’ingresso degli uffici di via Marconi, un gruppo di signori ha impedito a chi voleva entrare di farlo. Chi entrava veniva deriso e offeso. Eppure questo sciopero era indetto solo dalla Cgil. E i lavoratori delle altre sigle? E quelli non iscritti al sindacato? Non avevano diritto a lavorare?” Poi, Labolani, racconta la sua versione dei fatti: “Sono entrato con l’auto. Quando sono sceso sono stato applaudito da una signora. Ho chiesto quale fosse il problema e per risposta ho ricevuto insulti e minacce. “Sappiamo chi sei”, mi hanno gridato. Beh, io non tollero nessun tipo di intimidazione. Loro avevano il diritto di scioperare ma chi non ha aderito aveva il diritto di andare tranquillamente al lavoro. La Cgil non può sempre pensare di dettare le regole per tutti, non possono essere sempre i cittadini a rimetterci”.