Corsini: “Sì alla commissione d’indagine sui conti del metrò, ma si indaghi anche sulle riserve”
(da.bac) “Sono favorevole alla commissione d’inchiesta sui conti della metropolitana. Anzi, è un’iniziativa che auspico io stesso”. Paolo Corsini scende in campo per difendere la “sua” metropolitana. E lo fa alla sua maniera, distribuendo fendenti e lanciando stilettate ai suoi avversari. L’ex sindaco difende il progetto e il piano economico del 2004 (“alla fine l’opera costa 40 milioni in più di quanto previsto, vuol dire che il piano reggeva”) e attacca l’attuale amministrazione che, a suo dire, “fa di tutto per gettare discredito sul metrò”. Senza dimenticare di difendere la sua "onorabilità": "Se ci saranno sbavature" spiega "mi difenderò in tutte le sedi opportune". Intanto Corsini ha dato mandato al suo avvocato di presentare una richiesta di risarcimento nei confronti dell’assessore Fausto Di Mezza che, nelle scorse settimane, aveva parlato di un piano economico – quello del 2004 – "fatto in malafede".
Un polverone per coprire l’inaffidabilità della giunta
“Guardo con favore a qualunque iniziativa che possa portare trasparenza in questa vicenda” esordisce l’ex primo cittadino che però chiede che si faccia chiarezza anche sull’accordo sulle riserve. “Mi viene una considerazione istintiva” aggiunge però Corsini “come mai ci hanno messo tre anni e mezzo per accorgersi che qualcosa non andava? Questa non è che la conferma che si tratta di una giunta di incompetenti, improvvisatori e incapaci. L’impressione è che si voglia sollevare un polverone per nascondere l’inaffidabilità di un’amministrazione che nasconde i dati e nel giro di pochi giorni cambia le cifre. Non mi pare abbiano le idee chiare. Leggo che un tale Gallizioli dice di me che sarò anche un buon filosofo, ma sono un pessimo matematico. Bene, di certo Gallizioli non è un filosofo, ma visto il balletto di cifre è anche lui un pessimo matematico”.
Il piano del 2004 reggeva
Per Corsini il piano finanziario del 2004 si reggeva su fondamenta economico-finanziare valide, ma soprattutto era basato “su scelte politiche ben precise in tema di trasporti e mobilità, destinate a favorire la metropolitana. Scelte che questa amministrazione” spiega il parlamentare del Pd “ha rovesciato, basti pensare al parcheggio sotto il castello e alla nuova sede comunale fuori dal tracciato”. Anche il biglietto a 1,90 euro, per Corsini, è da inquadrare all’interno di un quadro politico pensato per incentivare il metrobus. “Avevamo scritto 1.90 ma era un’ipotesi di lavoro, un progetto di impegno politico. Più passeggeri e maggiori rimborsi chilometri da parte della Regione potevano consentirci di ridurre il prezzo del biglietto. Ma bisognava lavorare in questa direzione". Cosa, spiega l’esponente democratico, che non è stata fatta. "Noi" aggiunge Corsini "avevamo lasciato in eredità a questa amministrazione 160 milioni di euro. Non potevamo prevedere che il governo Berlusconi avrebbe imposto i patti di stabilità né i tagli. Tuttavia questa giunta ha speso la metà di quei soldi in operazioni che non condiviso, da Omb a Brixia Sviluppo, e ora è in difficoltà”.
La commissione d’indagine
“Credo che come avviene sempre in questi casi, la commissione debba essere presieduta da un membro dell’opposizione” spiega Corsini. “Auspico comunque che si faccia e che si indaghi su tutto, riserve comprese. Si tirino fuori i documenti , il contratto che l’amministrazione si appresta a sottoscrivere con l’Ati e l’accordo per la vendita delle azioni della Serenissima ad una delle aziende che stanno realizzando la metropolitana. Il Quintino Sella della Loggia, ovvero l’assessore Di Mezza, oggi dice che le riserve erano state tenute nascoste. Non so se piangere o ridere. Il padre dell’assessore Di Mezza era nel cda di Brescia Mobilità. Inoltre la presidente Castelletti in più occasioni ha riunito i capigruppo per fornire loro i dati e i documenti; riunioni durante le quali i vertici di Brescia Mobilità Moreni e Fermi davano tutti i risconti ma alle quali il Paroli non partecipava mai".
Il costo di gestione e l’accordo sulle riserve
"Per altro dei 35 milioni all’anno di costo del metrò, almeno la metà deriva dall’accordo sull riserve" sostiene Corsini. "Una scelta che non condivido, la mia amministrazione sarebbe andata all’arbitrato perché se anche le richieste erano alte, anche noi potevamo fare valere le nostre di riserve. Sarebbe stato un bel match".
Gli 80 milioni del Cipe? Merito di Fermi
Ultima battuta sugli 80 milioni per il metrò, bloccati al Cipe. “Se quei soldi saranno disponibili e saranno riconfermati, sarà merito dell’impegno di Ettore Fermi, non certo di Paroli. Noi parlamentari del Pd” aggiunge “siamo comunque pronti a fare la nostra parte in una eventuale delegazione bipartisan che a Roma lavori per ottenere queste risorse”.