Quadrini (Udc) a Paroli: non possiamo impiccare la città al programma, ridefiniamo insieme le priorità

di Andrea Tortelli – L’appoggio a Paroli per il momento non è in discussione. Tutto il resto sì. E’ questo – in buona sostanza – il messaggio che il leader dell’Udc bresciana Gianmarco Quadrini lancia agli alleati di governo in Loggia. Invitando il sindaco Adriano Paroli a non "impiccarsi al programma", bacchettandolo su alcune scelte amministrative e chiedendo esplicitamente che le nuove strategie politiche dell’ente passino anche attraverso un confronto con le forze politiche di riferimento.

D – In Provincia e Regione siete all’opposizione. Mentre in Comune continuate a sostenere Paroli. Anche tra i vostri alleati c’è vi chiede un po’ più di coraggio.

R – Non è questione di coraggio, ma di coerenza. A Brescia eravamo reduci da dieci anni di opposizione alla giunta Corsini, con cui oltretutto non abbiamo mai avuto alcun approccio per discutere di eventuali alleanze. Era quasi scontato che il nostro percorso sfociasse in un patto con chi aveva condiviso con noi determinate battagle. Il nodo oggi non è quello di uscire dalla giunta, ma di capire se gli attuali assetti politici hanno una prospettiva. E quindi offrire un contenitore nuovo – che non scada nel civismo esasperato – per quella fascia d’elettorato che fatica a riconoscersi nei due schieramenti.

D – Che critiche muove all’amministrazione Paroli?

R – Viviamo in un contesto economico molto difficile e la politica non può estraniarsi o distrarsi inseguendo obiettivi troppo ambiziosi. E’ necessario riconsiderare certi sogni e valutare bene quali sono le cose più urgenti da fare. Non possiamo restare impiccati a un programma stilato nel 2007.

D – E’ quanto recentemente avvenuto nella riunione di maggioranza. Soddisfatto dei risultati?

R – L’avevo proposta io stesso mesi fa e mi fa piacere che le riflessioni abbiano preso corpo in quell’appuntamento. Si è trattato di un primo momento di confronto per definire alcuni paletti. Ma la riflessione va portata avanti anche con il dialogo tra le forze politiche. Perché, se nei gruppi consiliari prevalgono determinate dinamiche, le forze politiche hanno il compito di rappresentare le istanze della base ed, eventualmente, aggiustare il tiro. Non ci si può fermare ai consiglieri comunali, devono essere coinvolti i partiti.

D – Parliamo di questioni concrete. Cosa ne pensa dell’Addizionale Irpef?

R – Una medicina amara che bisogna bere. Ma avrei visto con favore l’ampliamento della "no tax area", con l’esenzione dal pagamento delle fasce di reddito più in difficoltà.

D – Grandi opere. Che dice del Parcheggio sotto il castello?

R – Non la considero un’opera prioritaria, data la congiuntura economica.

D – Nuova sede del Comune?

R – Anche questa, francamente, non mi pare una priorità. Avrei usato più prudenza, tanto più alla luce dell’esperienza di una sede regionale che ha una maestosità sfacciata.

D – Cittadella dello sport e stadio?

R – Si è era partiti con un’ipotesi progettuale grandiosa e un po’ avventurosa. Mentre oggi ci si sta orientando verso un piano con dimensioni più attinenti alla realtà. Mi pare una scelta giusta. Anche perché si parla di opere da finanziare soprattutto con compensazioni urnanistiche e il mercato dell’edilizia è totalmente fermo.

D – Abbattimento della torre di San Polo?

R – E’ frutto di un accordo di programma. Un’opera da fare.

D – Passiamo alle opere immateriali. Pedonalizzazione del centro?

R – Nel cambiare assessore la Lega ha accelerato il passo su questo fronte. Noi eravamo e siamo favorevoli. Ma vorremmo che sia graduale.

D – Sulle politiche in materia di sicurezza che dice?

R – I cittadini ci dicono che non si sentono molto sicuri a Brescia. Qualcosa è stato fatto, ma mi pare ci sia ancora molto da fare.

D – Quante critiche. Siete diventati anche voi un partito di lotta e di governo come la Lega?

R – Siamo il partito del buon senso. Ci sono stagioni di raccolti abbondanti in cui si possono immaginare mense copiose e altre in cui i raccolti sono magri ed è necessario essere parsimoniosi. Quest’ultimo è il nostro caso. E bisogna ragionare come padri di famiglia, cercando di investire in funzione delle proprie possibilità.

D – Ma con la Lega i rapporti quali sono?

R – In città sono improntati a un leale confronto, anche se non sono mancate le diversità di vedute. A livello provinciale parlerei di bassa intensità. Mentre riscontriamo una totale mancanza di rapporti in Valcamonica.

D – In Valle tiene banco la questione "profughi". E lei non ha mancato di criticare l’atteggiamento della Lega…

R – Ho letto dichiarazioni strabilianti di Molgora e Caparini che minacciavano blocchi stradali e manifestazioni, fingendo di ignorare che la loro forza è al governo a Roma, ma anche in Regione, Provincia e Comuni. Di certo il problema è stato gestito male e in maniera propagandistica. Vorrei ricordare che in passato i leghisti si sono esercitati in dichiarazioni del tipo che a Brescia i profughi non sarebbero mai arrivati e invece ne sono arrivati in abbondanza. Consiglierei al Carroccio di lasciar perdere i toni roboanti almeno quando nella realtà quotidiana vengono smentiti dalle scelte dei loro livelli di governo. Se manifestazione dovesse esserci in Valle, dovrebbe essere contro la Lega.

D – Torniamo alla Loggia. L’appoggio a Paroli nel 2013 è scontato?

R – Oggi non c’è nulla di scontato, e le ultime elezioni lo dimostrano. Chi pensa di poter prosperare su situazioni cristallizzate sbaglia di grosso. Ciò non significa che ci lasceremo andare a trasformismi o funambolismi. Ma che di qui al voto cercheremo di costruire una proposta politica seria attraverso il terzo polo. E poi ci confronteremo senza preclusioni con centrodestra e centrosinistra.

D – Anche con il Pd quindi…

R – Con tutti. Ma Casini su questo è stato chiaro. Non siamo disposti a sante alleanze che passino per la riedizione di Ulivi o Unioni. L’obiettivo è vincere, non però attraverso furmule che mettano assieme tutti a scapito della qualità della gestione amministrativa.

D – Ha parlato di destra e sinistra. Ma con il mondo civico dialogherete?

R – Non abbiamo problemi a dialogare con figure come la Castelletti e Onofri, che in questi anni hanno dimostrato di non alzare bandiere idologiche, ma di essere quotidianamente impegnati sulle questioni concrete. Siamo più guardinghi nei confronti di formule civiche che cavalcano l’onda dell’antipolitica e utilizzano molto il termine ‘etica’ senza nemmeno dirci cosa significa.

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Redazione BsNews.it

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