Più passano le ore più le probabilità di trovare la madre del piccolo Mario si affievoliscono. Molto spesso in casi analoghi la madre viene trovata subito, o comunque molto presto, a causa del ricovero presso qualche struttura ospedaliera, dove si reca per farsi curare i postumi del parto non assistito, oppure perché colta da rimorsi di coscienza, magari provocati dal vedere le immagini del piccolo o dall’apprendere le circostanze del ritrovamento. A Brescia questo ancora non è avvenuto, e dunque gli inquirenti che si stanno occupando del caso sperano di dare un volto alla donna utilizzando i normali metodi investigativi.
Ancora senza risultati le ricerche presso ospedali e guardie mediche di tutto il nord Italia, le attenzioni si stanno rivolgendo alle farmacie. Contemporaneamente i carabinieri della compagnia di Brescia stanno passando in rassegna tutti i filmati delle telecamere posizionate lungo corso Magenta, immagini registrate da impianti di videosorveglianza privati. Se non dovessero andare a buon fine l’ultima speranza è un ravvedimento della madre.
Intanto la coppia di coniugi che ha ritrovato Mario, coppia chiamata in causa da una filippina 29enne che ha visto il sacchetto che conteneva qualcosa che si muoveva, è raggiante, e ieri si è recata presso il Civile per fargli visita. Giulia Raccagni e Luigi Marchioni, questo il nome dei due, hanno portato un dono al piccolo, che quasi considerano un figlio.
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