Eistevano già nel Medioevo: "ruote" posizionate fuori dai conventi e dai monasteri dove le neo-mamme potevano lasciare i piccoli appenati nati, per garantire loro il futuro che la propria condizione economica, o le circostanze della maternità, non rendeva sicuro. Il principio è ancora quello: un carrello girevole accessibile dall’esterno, si posiziona il fagottino e si "gira la ruota", con il contenuto che appare all’interno dall’edificio, mettendo in guardia (tramite una telecamera che manda un segnale ad un monitor) il personale sanitario, mentre la persona che ha depositato il neonato può indisturbatamente, e anonimatamente, allontanarsi.
Tutto questo presso l’ospedale Civile, che addirittura già 4 anni fa mise a punto il sistema grazie al contributo del Rotary. Ebbene, in 4 anni la ruota non è mai stata utilizzata. Forse perché le mamme che sono costrette ad abbandonare i piccoli non si sentono sicure, si sentono osservate, o forse, più probabilmente, perché non lo sanno. E quasi certamente non sanno nemmeno che il Civile, così come tutti gli altri ospedali, garantisce l’assocluto anonimato alle donne che decidono di non tenere i figli appenati venuti al mondo. Basta dichiararlo al momento del ricovero, e la struttura non chiede il nome, e si occupa del mantenimento del figlio fino a che è pronto per l’adozione, senza applicare alcuna forma di pressione nei confronti del genitore. Certo, esistono anche forme di sostegno, economico e psicologico, alla mamma in difficoltà, ma è altresì garantito il diritto di dare in affidamento ad altre famiglie il figlio che non si vuole, o non si può mantenere.
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