Ghedi, il sindaco Borzi al contrattacco: dove era la Cgil quando la stessa cosa la faceva il sindaco di centrosinistra?

(a.t.) “Non chiamatelo un altro caso Adro. La vicenda è stata strumentalizzata. La stessa lettera era stata spedita – due anni fa – dall’amministrazione di centrosinistra: dove erano allora la Cgil e gli altri che ora ci accusano?”. Risponde così il sindaco di Ghedi Lorenzo Borzi – in un’intervista esclusiva a Bsnews.it – alle polemiche suscitate dalla decisione di intimare ad alcuni genitori il pagamento delle rette arretrate, pena la non ammissione dei figli alla scuola materna.

“Le missive che qualcuno critica”, chiarisce il primo cittadino, “erano già state inviate dal sindaco precedente (Anna Guarneri, ndr). Non capisco perché oggi destino tanto scalpore, mentre allora nessuno osò lamentarsi. Alcune delle famiglie in questione non pagano le rette da due anni e non hanno mai ritirato le nostre raccomandate. A differenza di quanto dice il segretario della Cgil Damiano Galletti non siamo noi che dobbiamo andare da queste persone, sono loro che devono rivolgersi all’Ufficio istruzione o ai Servizi sociali per chiarire il motivo per cui non stanno pagando e chiedere eventualmente un aiuto. Di certo”, precisa, “noi non possiamo legittimare il fatto che qualcuno decida autonomamente di non pagare, mentre altri – magari più svantaggiati – fanno pesanti sacrifici per continuare a farlo”.

Borzi, quindi, conferma “stima e amicizia” nei confronti del primo cittadino di Adro Danilo Oscar Lancini (che proprio da questo sito ne aveva applaudito la decisione). Ma, precisa, “non voglio che questa storia venga bollata dai media o da qualcuno come un altro caso Adro”. E respinge al mittente tutte le accuse di aver strumentalizzato la questione a fini politici. “Non siamo certo noi ad averlo fatto”, ribatte, “dove era la Cgil nel 2008 quando il centrosinistra faceva lo stesso? Sulla base di cosa ci hanno accusato ieri se l’atto è stato consegnato al primo consigliere soltanto oggi?”.

LE ACCUSE DI GALLETTI

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LA DIFESA DI LANCINI

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