“Quello sui dividendi da distribuire nel 2011 è l’ultimo sforzo che vogliamo fare. Per il futuro ai soci potrà essere destinata solo una parte degli utili perché il resto va utilizzato per ridurre la posizione debitoria e per gli investimenti strategici. È questa l’unica strada. Perché A2A non è la mutua e perché, se non facciamo così, tra quattro anni non ce n’è più per nessuno. Se i soci mi chiederanno di operare in un’ottica diversa si sappia che io non lo farò, che non me la sento”. Così ha dichiarato il presidente del consiglio di Sorveglianza di A2A Graziano Tarantini al Giornale di Brescia di oggi.
Parole nette. E pesantissime sul futuro della città. Perché proprio il Comune che l’ha nominato – alla luce di questa filosofia – rischia di perdere un bel po’ di soldi. Al di là del merito della questione, infatti, le ricadute politiche saranno significative. Basti pensare che quasi un terzo delle spese della città di Brescia sono pagate proprio grazie ai dividendi. Dunque che accadrà? La Loggia dovra tagliare ulteriormente – per diverse decine di milioni di euro – i servizi ai suoi cittadini? I bresciani attendono risposte.
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