3mila. Tante sono state le persone che ieri hanno letteralmente invaso i bastioni del Castello di Brescia, visitabile nell’ambito dell’iniziativa Fai di primavera.
Quest’anno il tema del primo week-end di primavera dedicato alle bellezze storico-architettoniche-naturalistiche dell’Italia è stato dedicato, ovviamente, al Risorgimento e all’Unità d’Italia. A Brescia erano visitabili il Castello, il cimitero Vantiniano, Palazzo Averoldi e la chiesetta di San Carlo, il complesso di San Giuseppe e i chiostri universitari di via San Faustino, dove alcune guide erano stranieri residenti a Brescia ed hanno parlato anche il altre lingue ai visitatori non bresciani (indiani, dell’esttunisini, cingalesi erc). Pubblico numerosissimo in tutti i luoghi, un po’ di più presso il Cidneo. I visitatori hanno potuto ammirare e ascoltare la guida che ha raccontato e descritto i bastioni e le torri ed alcuni sono scesi nei sotterranei.
Perché tante presenze (3mila in Castello, circa 8mila in tutti i luoghi coinvolti) in un luogo che i bresciani dovrebbero conoscere come le loro tasche? Perché forse non è così, e allora ben vengano iniziative come quella del Fai.
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