Immigrazione, il monito di Monari: “Un politico è chiamato ad evitare e impedire qualsiasi forma di discriminazione”

"C’è un dovere riconosciuto con accordi internazionali di accogliere i rifugiati che fuggono da condizioni di ingiustizia e di oppressione; a questo dovere nessun paese può legittimamente sottrarsi". Lo scrive il vescovo di Brescia, Luciano Monari, in un passaggio di una lettera alla città dedicato al tema dell’immigrazione dal titolo Stranieri, ospiti, concittadini (in allegato il testo completo). "Accogliere tutti indiscriminatamente può provocare alterazioni traumatiche della vita economica, delle relazioni politiche, delle relazioni culturali e della coesione sociale. A soffrirne sarebbero non solo coloro che accolgono, ma anche quelli che vengono accolti e che si troverebbero in una società impoverita, incapace di dare a loro la speranza che cercano. Viceversa ‘respingere tutti’ è oggettivamente impossibile", scrive il vescovo. "C’è un dovere riconosciuto con accordi internazionali di accogliere i rifugiati che fuggono da condizioni di ingiustizia e di oppressione; a questo dovere nessun paese può legittimamente sottrarsi. E c’è un dovere di solidarietà di non rifiutare l’aiuto a chi vive situazioni di povertà. I beni della terra sono di tutti; debbono servire per il sostentamento di tutti". "Per di più – prosegue mons. Monari – del lavoro di immigrati abbiamo bisogno: molti nostri anziani vivono decentemente la vecchiaia per l’assistenza di tante badanti; molti posti dell’industria e dell’agricoltura sono coperti da immigrati; molti servizi vitali dipendono da loro e così via. Rifiutare tutti gli immigrati significherebbe un abbassamento drastico del nostro stesso tenore di vita". In questo senso, "quando un Italiano fa lavorare un operaio per la sua ditta – il cui profitto va a beneficio di tutta la nazione – oppure gode di un servizio alla persona che lo Stato non è in grado di garantire, il riconoscimento giuridico è, mi sembra, moralmente doveroso. E un politico che voglia dirsi cristiano è chiamato a favorirlo". Più in generale, "un politico è chiamato a evitare e impedire qualsiasi forma di discriminazione. Con questo termine mi riferisco a comportamenti vessatori che trasformano i diritti in scelte di compiacenza; che usano le lentezze burocratiche per sfiancare le persone e costringerle alla rassegnazione o alla rinuncia; che usano due pesi e due misure a seconda della nazionalità o del colore della pelle". 

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Redazione BsNews.it

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