Tre settimane. Tanto è passato dalla discesa degli ultimi 4 immigrati dalla gru di via San Faustino, avvenuta il 15 novembre. Tre settimane che forse hanno un po’ disunito il folto gruppo di associazioni che ha sostenuto la protesta. A riprova di ciò le opinioni sul primo risultato ottenuto da quando i 4 sono scesi: l’accordo per la formazione di un presidio di protesta in città. Non sarò un presidio fisso ma itinerante: per tre ore al giorno, due volte la settimana, gli immigrati potranno "occupare" una zona diversa della città per sensibilizzare i bresciani sui loro problemi che partono tutti dalla regolarizzazione. Al presidio, che tutti ormai chiamano itinerante, potranno partecipare però solo immigrati regolari, questo l’accordo con la Prefettura.
A chi non sta bene questo accordo? A Umberto Gobbi di Diritti per tutti, che dice che «Sono positive tutte le iniziative volte a fare informazione ma questa non risponde all’esigenza dei migranti di avere un punto di riferimento dove incontrarsi». Critici anche due dei 4 ragazzi scesi per ultimi dalla gru, Jimi e Arun, che ieri sera hanno partecipato (assieme a Gobbi e Damiano Galletti della Cgil) all’incontro presso il circolo Arci Colori e Sapori. Un presidio itinerante secondo i due non è quello che è stato chiesto durante la trattativa, e non farebbe altro che dividere i manifestanti.
a.c.
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