Il neosegretario della Cisl Torri: nostri delegati isolati dalla Cgil
Un tavolo che coinvolga Istituzioni e associazione per trovare via d’uscita condivise per una crisi che non smette di essere un’emergenza. Questa è la priorità?
Si perché siamo di fronte ad una crisi rielevante e pianificare strategie condivise diventa un obbligo se vogliamo tutelare soprattutto le categorie più deboli.
Anche lei condivide la proposta lanciata da Laura Valgiovio, segretaria della Fim, che vorrebbe istituire un ente bilaterale che si occupi del welfare locale?
Si è una proposta di lavoro, perché stanno venendo meno le tutele e diventa, quindi, necessario individuare delle risorse alternative per integrare lo stato sociale. Considerando anche i tagli che imporrà la Finanziaria è auspicabile trovare risorse diverse. Del resto, la stessa cosa, ossia reperire risorse alternative, seppur in modo diverso, la stiamo facendo azienda per azienda.
Lei ha più volte citato i soggetti più deboli, ma la sensazione che serpeggia tra la gente è che nessuno, sindacati, partiti o Governo stiano facendo qualche cosa per i precari, e forse anche le forti proteste in corso tra gli universitari rivelano la rabbia per un futuro troppo incerto….
Il sistema degli ammortizzatori dovrebbe riguadare tutti, ma certi obiettivi si raggiungono con il tempo. Le faccio un esempio: fino a poco fa non esisteva la cassa in deroga, ossia la cassa integrazione applicabile alle piccole imprese, oggi ne hanno benficiato in parecchie realtà imprenditoriali e questo ha impedito la perdita di lavoro per molte famiglie. Ma credo anche che i precari non possano essere parcheggiati. Per queste persone devono essere attivati percorsi di formazione in grado di ricollocarli nel mondo del lavoro.
Lei cosa ne pensa della proposta Boeri – Ichino che caldeggia un unico contratto a tempo indeterminato dove solo per i primi tre anni si possa licenziare e poi tutti diventano assunti allo stesso modo?
A parte che esiste il problema della compatibilità con l’ articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e poi non vedo come sia possibile pensare ad un contratto con tante situazioni diverse come quelle che caratterizzano il nostro mercato del lavoro.
Parliamo di unità sindacale. A Brescia i conflitti con la Cgil ed in particolare con la Fiom sono noti tanto che in molte fabbriche si procede ad accordi separati. Come ritrovare la collaborazione che lei auspica?
Lo so che a Brescia è difficile anche perché in molte fabbriche i delegati della Cisl subiscono un vero e proprio isolamento, inoltre scioperi generali provinciali, come quello della settimana scorsa, acuiscono solamente i rapporti tra i lavoratori. Per noi del sindacato è più facile. Io posso dissentire con Galletti su alcuni temi e ritrovarmi su altri, ma in azienda la scontro è più drammatico e investe direttamente le persone. Tanti delagati della Fim, anche stamattina, hanno denunciato l’incapacità dei colleghi di sopportare un pensiero diverso, tanto da sconfinare perfino in piccole ritorsioni personali. La Cgil si è accorta di avere perso il proprio diritto di veto e questo l’ha un po’ incattivita. Pensi che, anche considerando i numeri, i tesserati della Cisl crescono più della Cgil: ho fatto delle ricerche e in provincia di Brescia, a fronte di un nostro + 8 per cento, la Cgil registra un + 0, 2 per cento. E per concludere posso dirle che l’unità sindacale diventa un buon modello quando i componenti hanno la medesima dignità.
Nel mondo del lavoro tra i soggetti deboli ci sono gli immigrati. La Cisl ha partecipato alla mediazione per risolvere la protesta dei migranti saliti sulla gru, lei cosa ne pensa?
La Cisl ha avuto una posizione chiara: non abbiamo condiviso la modalità perché aveva un obiettivo sbagliato. Una cosa è dire “sanatoria per tutti” altro chiedere di verificare gli abusi o censurare la modifica delle regole in corso, situazione che si è concretizzata con l’emanazione della circolare Manganelli. Ma, lo ribadisco, le norme devono essere rispettate.
Anche se inique o sbagliate?
Sì.
Per semplificare, lei da che parte sta?
I migranti avevano ragione, ma sono stati spinti salire sulla gru. Comunque ci siamo già trovati con i firmatari di quell’appello sottoscritto da 40 realtà cattoliche per redigere un documento che individui proposte concrete rispetto al problema fatto emergere da quei ragazzi.
Cosa ne pensa della querelle che è scaturita tra il Pd e la Cgil a fronte delle dichiarazioni di Damiano Galletti che colpevolizza i democratici, denuciandone l’assenza?
Il Pd non è stato presente formalemente e fisicamente sotto la gru, ma ha agito su piani diversi.
A proposito di legalità, dopo lo scandalo delle carte di credito che ha colpito la Loggia crede che la Giunta dovrebbe dimettersi?
Sono senza dubbio fatti condannabili perché si tratta di utilizzo di denaro pubblico e nel pagamento effettuato dal sindaco Paroli c’è effettivamente una sorta di ammissione di responsabilità. Quanto alle dimissioni non voglio entratre in un campo che spetta ad altri soggetti politici.