Il ministro Carfagna dichiara guerra alla Lega bresciana

Mara Carfagna dichiara guerra a Brescia. In un’intervista al quotidiano Repubblica, infatti, il ministro (dimissionario) delle Pari opportunità si scaglia contro gli “eccessi razzisti” di alcune giunte del Nord Italia. In particolare la Carfagna sottolinea che “adesso è diventato un braccio di ferro. Da una parte i sindaci – soprattutto leghisti, ma anche Pdl – della provincia di Brescia e le loro ordinanze creative contro gli immigrati (una decina quelle denunciate finora). Dall’altra il ministero delle Pari opportunità. Che attraverso il suo ufficio anti-discriminazioni razziali (Unar), dopo essere intervenuto ripetutamente per stoppare l’offensiva delle amministrazioni contro la residenza e l’ospitalità straniera, adesso dice basta”.

L’ultimo caso è quello di Bassano Bresciano, dove l’amministrazione leghista ha dato vita a un’ordinanza che rende più difficile l’iscrizione all’anagrafe degli stranieri.“Visto il ripetersi di comportamenti simili da parte dei primi cittadini di molte realtà comunali si chiede che si trovino adeguati mezzi attraverso i ministeri competenti e le associazioni a cui gli enti territoriali fanno riferimento, al fine di approfondire e dibattere in termini giuridici il te il tema dei poteri degli stessi sindaci”, scrivono dal ministero. Ma la guerra non è soltanto a parole. In cinque casi (gli ultimi sono Bassano e Gavardo). Infatti, oltre agli ispettori della Carfagna è intervenuta anche la prefettura: e i firmatari delle ordinanze sono stati invitati a fare marcia indietro”.

Repubblica, inoltre, nello stesso articolo traccia il quadro delle ordinanze leghiste più “sceriffili”. Si legge: “Prima i guanti igienici sugli autobus frequentati dagli immigrati. Poi l’invio – per ora solo in fase sperimentale – di vigili urbani armati sulle stesse linee dei mezzi pubblici. Nel solco dei soli delle Alpi di Adro, e prima ancora dei bonus bebè solo agli italiani e dell’operazione White Christmas di Coccaglio (via gli stranieri irregolari entro il Natale scorso), molti amministratori bresciani si sono messi in scia: hanno iniziato un’opera di regolamentazione – di fatto una deregolamentazione – il cui obiettivo è quello di mettere i bastoni tra le ruote agli stranieri. Da Roccafranca a Castelmella, da Bassano a Calcinato, da Chiari a Verolanuova fino a Gavardo, le giunte del Carroccio (e di liste del centrodestra) hanno preso ad applicare lo stesso schema in materia di iscrizione anagrafica, residenza, ospitalità e verifica delle condizioni igienico sanitarie abitative. In pratica: l’intero pacchetto che riguarda i cittadini stranieri che vivono o vorrebbero vivere in paese”.

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Redazione BsNews.it

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