di Federica Papetti –  Damiano Galletti, segretario provinciale della Cgil, è uno dei fautori della lunga trattativa messa in campo con Comune e Prefettura per riportare la protesta dei migranti, saliti sulla gru, nell’alveo della legalità. E’ il segretario del sindacato bresciano che, con il collega Renato Zaltieri della Cisl e padre Toffari per la Diocesi, ha individuato un percorso di mediazione per convincere i quattro immigrati a scendere dalla gru, dopo 17 giorni di protesta. Ma a già a poche dall’esito positivo, sorgono i primi problemi e Damiano Galletti ribadisce il valore delle promesse fatte e la necessità d’instaurare un tavolo politico che sappia mettere a fuoco un fenomeno strutturale come quello dell’immigrazione e le truffe subite dai migranti con la sanatoria del 2009.

 

Segretario, sono passate solo poche ore dalla discesa dalla gru da parte di Jimi, Arun, Rachid e Sajat, ma sembra che qualcuno bari e che il patto, frutto di una lunga e difficile mediazione, non voglia essere rispettato?

Lo ribadisco per me rimane necessario mantenere un presidio in città e aprire un tavolo politico per discutere le truffe subite dai migranti che hanno cercato di regolarizzare la propria posizione con la sanatoria del 2009. Venerdì in Prefettura si riunisce il tavolo della sicurezza, luogo nel quale dovranno emergere con chiarezza le modalità per dar seguito agli accordi  intercorsi tra i ragazzi sulla gru e le Istituzioni cittadine.

Dove dovrebbe essere collocato il presidio?

Non lo so con esattezza, ma dovrà essere un luogo pubblico.

Dopo quasi due settimane di proteste, cortei, scontri con la polizia e manifestazioni di solidarietà  che idea si fatto della vicenda che ha scosso la città e polarizzato l’opinione pubblica?

La divisione esiste, ma nasce quando vengo emanate leggi sbagliate e si verificano, come in questo caso, delle vere e proprie truffe. Il cambio delle regole in corsa  seguito all’emanazione della circolare Manganelli e tanti datori di lavoro, italiani, che si sono poi approffittati delle persone più deboli ha delle responsabilità ben precise. Il ministro Maroni è, inffatti, l’artefice di una legge iniqua e di una circolare che ha cambiato le carte in tavola, quando già gli immigrati avevano pagato per l’ottenimento del permesso e il vice sindaco Rolfi  quando ha deciso di rimuovere il  presidio pacifico in via Lupi di Toscana. Un presidio, e lo voglio sottolineare ancora,  nato per protestare contro le truffe subite dai migranti.

A suo parere, invece, in questi giorni così tesi che ruolo hanno giocato, le Istituzioni?

Nessuno, perché il problema è stato valutato solo in termini di ordine pubblico e legalità. Chi ha avanzato proposte concrete per la risoluzione a fronte di vere e proprie ingiustizie sono stati i sindacati, Cgil, Cisl e la Diocesi. Nemmneo il Pd, salvo Claudio Bragaglio e per la sinistra Donatella Albini, si sono allontanati da tale logica.

Però il Pd è intervenuto con qualche comunicato?

Nulla di significativo solo parole vuote che richiamavano la necessità di ripristinare al più presto la legalità, ma proposte, nessuna. Lo ripeto solo Cgil, Cisl e Diocesi hanno tentato di valutare il problema anche sotto l’apsetto dei contenuti e delle ragioni dei protagonisti della protesta. Il Pd, come sulla vicenda dei Sinti, insegue le logiche della Lega e in questo modo crede di recuperare i voti dei moderati, ma si sbaglia a non esprimere mai una posizione chiara perché così facendo è destinato a non andare da nessuna parte.

Alcuni sostengono, però, anche il sindacato poteva accorgersi prima dei datori di lavoro, autori di 30, 40 o 50 domande e rivolgersi subito alla magistratura?

Agli sportelli del sindacato questi signori non venivano di certo trenta volte , si recavano da noi una volta ed il resto della documentazione la compilavano, da soli, con i modelli disponibili in  internet. Pensi che nemmeno il Governo ha saputo predisporre un programma informatico che segnalasse le richieste effettuate dal medesimo soggetto, visto che il massimo delle domande da inoltare erano tre.

Voi come avete fatto ad accorgervi della truffa?

Abbiamo indagato e durante le riunioni  in Prefettura svolte in queste due settimane abbiamo anche informato quanto era a nostra conoscenza. Credo, infatti, che sia aperto un fascicolo d’indagine nei confronti di quelle persone, autori di una vera e propria truffa, tanto più fastidiosa perché perpetrata in danno di persone molto deboli.

Crede che episodi del genere potranno ripetersi in città o in altre parti del Paese?

L’immigrazione è un tema struttuarle che richiede politiche adeguate e non solo polizia. Se per esempio quel 20 per cento di migranti che a Brescia risiede da tempo potesse votare ci troveremmo in Consiglio Comunale dei rappersentanti con i quali dialogare. La cattiveria di “Maroni” non porta a nulla quando esistono evidenti problemi d’ingiustizia sociale.

Un ultima domanda sulla sentenza di assoluzione per la strage di piazza Loggia, cosa ne pensa?

Devo ammettere che mi aspettavo una sentenza diversa, perché dal dibattimento erano emersi dati importanti, soprattutto per quanto riguarda il ruolo di chi ai tempi gestiva le indagini e di come la stessa persona abbia depistato l’inchiesta. Rimane, quindi, una delusione profonda. Certo i contorni politici ed il contesto in cui avviene la strage sono chiari, così come i motivi, ma  amio parere anche gli esecutori materiali. Questa era l’occasione per mettere “nero su bianco” ed in modo ufficiale il ruolo svolto dai servizi segreti.

 

 

 

 

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Redazione BsNews.it

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