64 anni di galera in totale, 30 per il padre e 17 per ognono dei due cognati, già in galera per l\’assassinio brutale di Hina Saleem.
La Cassazione ha confermato ieri le condanne d\’appello per i familiari della ragazza uccisa fuori dalla sua abitazione di Sarezzo l\’11 agosto del 2006. Il caso della giovane pakistana fece molto scalpore all\’epoca dei fatti, ma non solo. L\’attenzione sulle sorti dei responsabili divenne una questione nazionale, con diversi movimenti sui diritti femminili che parteciparono ai primi processi contro il padre e i cognati. Quasi uno scontro di religioni, con alcune persone musulmane che in qualche modo “giustificarono” se non il gesto il malessere e la vergogna del padre costretto a vedere la figlia ormai occidentalizzata, con abiti normali, una ragazza che usciva la sera e aveva il ragazzo italiano. Non è stato mai chiarito fino in fondo se la madre di Hina fosse a conoscenza dei progetti (confermata in cassazione la premeditazione) assassini del marito.
A distanza di 3 anni le condanne sono ora definitive, il padre della ragazza ha 30 anni di tempo per pensare al suo gesto.
a.c.
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