L’idea di estendere il progetto della metropolitana leggera a tutta la provincia di Brescia è senz’altro positiva. Non sono un’esperta del settore, quindi, mi limiterò ad alcune riflessioni che mi sono venute in mente, quasi d’istinto, leggendo le dichiarazioni del presidente di Brescia Mobilità, Valerio Prignachi.
Un sistema integrato con una metropolitana capace di addentrarsi nell’hinterland della provincia valorizzerebbe l’intero progett, ridisegnando la mobilità di un territorio molto esteso come quello bresciano. Credo sia il sogno di tutti i pendolari della Valle Trompia baipassare il tratto di statale sempre intasato che porta in città con un mezzo veloce e dotato di una propria sede. Allo stesso modo per il Sud, probabilmente si sfoltirebbero le code di auto che, ogni giorno, dalla Bassa si riversano nel centro cittadino. A onor del vero l’idea di Prignachi, che riamane valida a prescindere dalla primogenitura, mi pare non fosse estranea nemmeno agli amministratori precedenti. Mi ricordo che i detrattori della metropolitana argomentavano il proprio dissenso invocando, appunto, l’assenza di un progetto globale su tutta la provincia. Che si inizi a farne un pezzo: era grosso modo la risposta anche della giunta precedente obbligata a fare i conti con le risorse economiche a disposizione, ma assolutamente favorevole ad un futuro ampliamento del progetto. Tra l’altro, ogni volta che sui quotidiani locali appare qualche articolo sul tema della metro mi stupisce la mancanza di fair play di chi oggi gestisce la partita. E come se si fossero dimenticati che oggi si possono esporre le vetture in Corso Zanardelli perché per dieci anni i loro avversari politici hanno fortemente creduto nel progetto, nonostante un dissenso diffuso in molta parte della cittadinanza.
Ma a parte il bon ton istituzionale c’è un punto che, invece, “cozza” con un progetto così lungimirante dal punto di visita di una mobilità sostenibile. Che senso ha eliminare Lam, zone pedonali in centro storico in favore dell’auto privata se, scegliere di puntare sulla metro significa, appunto, scommettere sul trasporto pubblico?. Sono una delle persone che utilizzava il bus pubblico e che si rendeva perfettamente conto del tempo risparmiato quando le vetture imboccavano i tratti di strada riservati. Oggi non ci sono più.
Ripeto non sono un addetta ai lavori, ma come ogni cittadino di buon senso mi chiedo perché mettere in campo politiche diverse, una per la città e una, seppur nel futuro, per la provincia.
Ecco le perplessità di una cittadina alla quale piacerebbe passeggiare nel centro storico senza l’ingombro delle auto. Anche perché se il centro è stato rivitalizzato, e di questo bisogna darne atto alla giunta Paroli, non credo proprio sia merito di qualche suv in più in piazza Duomo.
Federica Papetti
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