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Quello sgombero bloccato

A distanza di molti mesi, dopo lo sgombero del Residence Prealpino, effettuato il 28 maggio 2008, è indispensabile procedere all’abbattimento definitivo dello stabile. Mesi di ritardo che non hanno visto alcun interessamento da parte della attuale Giunta Paroli, mentre in precedenza il Comune di Brescia – insieme al Comune di Bovezzo, Regione, Aler e Prefettura – era stato protagonista diretto dell’intera operazione che aveva portato allo sgombero definitivo del Residence e la sistemazione dei senegalesi censiti.

Si tratta ora di passare urgentemente alla fase conclusiva, sulla base degli impegni a suo tempo assunti in Prefettura, con lo stanziamento di circa 4 milioni di euro da parte della Regione, al fine di costruire un nuovo edificio, con alloggi che prevedano affittanze miste. Quindi, una parte di questi con canone sociale per redditi bassi ed una parte con canone moderato per redditi intermedi, tipici delle famiglie bresciane che altrimenti rischierebbero d’essere escluse dal bando.

In questo quadro, va inoltre effettuato anche il recupero di almeno 15 appartamenti per il Comune di Brescia, pari al numero di alloggi che erano stati a suo tempo messi a disposizione per la sistemazione dei senegalesi e che – in aggiunta agli appartamenti dell’Aler – avevano reso possibile dare corso all’intera operazione di chiusura del Residence.

Per quanto poi riguarda la contestazione di una parte degli attuali proprietari del Residence – fatta al fine di lucrare economicamente sull’acquisizione pubblica di uno stabile fatiscente – è necessario rendere esplicito e netto il rifiuto d’ogni ricatto.

Infatti, dopo aver sfruttato per anni, a proprio esclusivo vantaggio, una situazione di miseria e di degrado e dopo aver procurato un danno enorme all’intera comunità di Brescia e di Bovezzo, questa parte di proprietari non può certo accampare diritti che vadano al di là di una ragionevole trattativa. Quindi tutti gli Enti Pubblici interessati debbono solidalmente respingere ogni tentativo di ricatto o di dilazione dei tempi e sostenere, forti della legge e di un ampio consenso sociale, anche l’eventualità di procedure di esproprio, rese possibili e legittime sulla base del Piano di Recupero approvato dal Comune di Bovezzo.

Claudio Bragaglio

Consigliere comunale PD

 

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Redazione BsNews.it

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