Termina in fretta il processo contro Battista Lancini, imprenditore 41enne di Adro passato dal diventare il nuovo presidente del Verona Calcio all’arresto con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, sostituzione di persona, falso in bilancio e riciclaggio di denaro. La scorsa settimana durante l’udienza preliminare la richiesta di patteggiamento avanzata dal suo legale, ieri il gup Silvia Milesi ha concesso gli arresti domiciliari per tre anni e quattro mesi. Lancini ha già lasciato il carcere.
L’inchiesta che aveva portato all’arresto dell’imprenditore aveva smascherato una lunga serie di truffe in campo immobiliare. L’uomo e la sua nutrita schiera di collaboratori riusciva a vendere beni di cui non aveva la proprietà, per i quali si faceva versare cospicui anticipi spesso in nero, senza così che la controparte avesse un documento per far valere i diritti. Non di rado l’acquirente si preventava all’appuntamento dal notaio senza trovare la controparte venditrice. Con i soldi ricavati acquistava immobili in maniera perfettamente regolare.
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