E’ guerra ai kebab?
Avete presente quei negozietti gestiti da immigrati musulmani in cui una sorta di spiedo-girarrosto verticale avvolto da carne macinata (agnello, manzo e montone, a volte anche pollo, mai carne sauina) è perennemente in movimento circolare vicino ad una fonte di calore? Sicuramente si. I negozi di kebab a Brescia secondo la Lega sarebbero troppi (un centinaio circa) e sono allo studio regole per limitarne la diffusione. Ecco da Bresciaoggi le parole del vicesindaco leghista Fabio Rolfi: «La diffusione incontrollata delle gastronomie etniche è un problema urgente, sentito e grave. La loro presenza è esplosa non solo nelle zone a più alto tasso d’immigrazione – Stazione, via Milano e Carmine – ma in tutta la città. I kebab sono luoghi di incontro e di aggregazione problematica, dove si spaccia, c’è degrado e anche immigrazione clandestina». La campagna anti-kebab, o meglio anti rivenditori di kebab, non è partita dalla nostra città. La Lega ha portato in regione due progetti di legge per modificare norme di regolamentazione di alcuni laboratori artiginali (tra cui quelli dove si prepara e somministra kebab) e limitarne l’orario di apertura al pubblico, ora possibile 24 ore su 24. Un altro versante della proposta prevede di escludere dal centro storico delle città alcune tipologie di esercizi commerciali come fast-food, sexy shop e ristoranti etnici cinesi o similari. Quest’ultima norma è stata già approvata in alcune regioni, tra cui la Toscana, che farebbero leva sulla non-opportunità di vedere tali negozi nei centri storici.
A.C.