I dati dal mondo del lavoro
Secondo stime della Cgil nel corso del 2008 i lavori bresciani che sono stati licenaziti sarebbero 3800, cresciuti del 26% rispetto all’anno prima. Il numero è altissimo se si pensa che la crisi non è ancora entrata nel vivo e i suoi effetti si faranno sentire con più intensità nel corso del 2009. Molte grosse aziende, metalmeccaniche e acciaierie soprattutto, hanno già dato fondo a tutte le ferie arretrate dei lavoratori e fatto ricorso alla cassa integrazione, molte lo faranno a partire da questi primi giorni lavorativi dell’anno (diverse fabbriche apriranno i battenti lunedì 12 gennaio, in ritardo di qualche giorno rispetto a scuole e uffici). Nemmeno gli artigiani navigano in buone acque, finora si barcamenano e tirano avanti perchè devono smaltire il lavoro arretrato accumulato in passato, ma le commesse stanno finendo e la crisi del settore immobiliare li trascina verso il basso. Nessuna buona notizia nemmeno dal fronte salariale: nella nostra provincia lo stipendio medio è di 1132 euro mensili, siamo addirittura all’ottavo posto regionale (al top la Brianza con 1308 euro mensili di media). In tutto questo nessuno, o quasi, pensa o parla dei precari che già sono a casa da mesi: non ufficialmente licenziati (semplicemente è finito il contratto) sono destinati a rimanere senza lavoro sino alla ripartenza dell’economia. Già, fino a quando?
a.c.