Mottinelli si appella alla Regione: agricoltura, caccia e pesca restino di competenza provinciale
"Le competenze in materia di agricoltura, foreste, caccia e pesca restino in seno alla Provincia". A chiederlo è il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli in un comunicato, rivolgendosi al Pirellone che oggi ha convocato un Consiglio su questi temi. Ma non solo. Il presidente ricorda anche il ruolo svolto dalla Polizia Provinciale, che vorrebbe non "smantellata tra i vari Comuni". Inoltre, Mottinelli si augura che"l’orgoglio bresciano superi le regole di schieramento politico, rifuggendo dall’attuazione milanocentrica che la Regione ha insita in sè".
DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:
La Provincia di Brescia, dopo la costituzione delle città metropolitane, è la prima in Italia per numero di abitanti, quasi 1, 3 milioni, una dimensione “regionale”, che andrebbe considerata nella sua evidenza e che rappresenta un’eccellenza per quanto riguarda agricoltura, caccia e pesca; ricordiamo, infatti, che ha più abitanti di ben sei regioni italiane: Valle d’Aosta, Molise, Basilicata, Umbria, Trentino e Friuli.
La sua vastità comprende pianura, valli, laghi, montagne, per un totale di quasi 5mila chilometri quadrati. Questo fa capire che il nostro territorio non può essere paragonato ad altre Province lombarde: merita maggiore attenzione da parte della Regione, senza infingimenti normativi, che non sono insuperabili se esistesse la volontà’ politica, come peraltro espressami dallo stesso Presidente Roberto Maroni, rimandando ogni decisione al Consiglio Regionale.
Per questo, per sostenere la “specificità’ bresciana”, dopo aver presentato due proposte di emendamenti al Progetto di legge regionale n. 223 sulla Riforma del Sistema Autonomie della Regione in attuazione della Legge 7 aprile 2015, n. 56, approvati all’unanimità’ da tutte le forze politiche presenti in Consiglio Provinciale, insieme ai Consiglieri Andrea Ratti e Michele Gussago, ho incontrato e ascoltato le associazioni agricole, venatorie e piscatorie, ricevendo un consenso unanime sulla validità dei servizi offerti dalla Provincia agli utenti, servizi che devono restare "vicini" ai cittadini.
Ascoltare i pareri di chi è direttamente interessato all’agricoltura , caccia e alla pesca dimostra che il lavoro fatto in questi anni dagli uffici provinciali ha dato grandi risultati e gli stessi uffici sono diventati ormai un punto di riferimento per il mondo associativo agricolo di quella che e’ la prima provincia italiana per PIL nel settore, per i 40mila pescatori e per gli oltre 27mila cacciatori attivi sul nostro territorio.
A tutti questi validi collaboratori impiegati negli uffici provinciali va il mio sentito ringraziamento per la valida e professionale opera prestata.
Come sottolineato più volte anche in Consiglio Provinciale, ci auguriamo che la Regione, riconoscendo alla Provincia di Brescia la sua specificità territoriale, nonché socio-economica, conferisca alla stessa, a titolo sperimentale, come a Sondrio e a Milano, le funzioni in materia di agricoltura, foreste, caccia e pesca.
Vorrei fare una riflessione anche sul Corpo di Polizia Provinciale, altamente specializzato nella tutela del territorio extraurbano e rurale. Gli agenti intervengono a vigilanza e controllo sugli oltre 2000 km di viabilità’ provinciale, contro lo sfruttamento criminale dell’ambiente e degli animali.
Con lo smantellamento di questo corpo e lo spezzettamento nei vari Comuni, così come dalla proposta del Governo nel recente DL Enti Locali, verranno meno quelle funzioni di polizia venatoria, ittica e ambientale, nelle quali la Polizia Provinciale riveste un ruolo di primo piano: attività di vigilanza sull’esercizio della caccia, prevenzione e repressione dei vari fenomeni di bracconaggio, tutela della fauna selvatica, attività di coordinamento e controllo della vigilanza ittico-venatoria volontaria. Un compito fondamentale per un territorio vasto come quello bresciano.
La recente visita della Commissione parlamentare di vigilanza sui reati di ecomafie ha evidenziato ancor di più la necessità che questo corpo di Polizia Provinciale continui e, anzi, intensifichi la sua azione, vicino alle Forze dell’ordine ed alla Magistratura , per vigilare su territorio e ambiente : funzioni definite fondamentali delle attività’ delle nuove Province, proprio dalla recente L. 56/14.
La Provincia ha da sempre un ruolo di coordinamento e di presenza attiva sul territorio e con la riforma Delrio, il nuovo Ente deve continuare a essere un punto di riferimento positivo e propositivo per i Comuni, in modo da garantire servizi a cittadini e territorio.
Il mio sforzo, insieme all’Associazione Comuni Bresciani, è proprio quello di non lasciare i Comuni da soli ad affrontare la crisi, il patto di stabilità, la mancanza di fondi, ma, al contrario, di diventare per essi un luogo in cui costruire progetti per il bene comune. Mi auguro ci sia la consapevolezza che oggi, senza la Provincia, "Casa dei Comuni", gli stessi sarebbero più poveri. La riforma del Ministro Graziano Delrio è una sfida che ho accettato di buon grado, un progetto nuovo, ricco di potenzialità, che però il Governo deve consentire agli Amministratori Provinciali di poter attuare: la Legge di Stabilità impedisce, infatti, di lavorare serenamente di fronte ai tagli insopportabili che stiamo subendo. E’ dunque per noi tutto difficoltoso e indefinito , e nel futuro diventerà impossibile garantire i servizi fino a oggi erogati. La nuova Provincia ha dato vita a un accordo politico innovativo e a un progetto organizzativo declinato al servizio di tutti i Comuni bresciani. Questo perché abbiamo interpretato correttamente, nei suoi punti di forza, ma anche e soprattutto nelle aree critiche, la legge Delrio. Mi auguro ora che il Governo riveda la misura dei tagli, che manderebbe in dissesto tutte le Province, anche Brescia, e che la Regione Lombardia, composta da diversi Assessori e Consiglieri bresciani, valuti con sensibilità e attenzione i nostri emendamenti, diversamente da quanto avvenuto in Commissione referente .
Spero che l’orgoglio bresciano superi le logiche di schieramento politico, rifuggendo dall’attuazione milanocentrica che l’istituzione regionale ha insita in se e che non prevalga una sorte di sindrome di appartenenza, in cui Consiglieri Regionali di oggi, addirittura un ex presidente, smentiscono , di fatto, negli odierni comportamenti, le loro stesse azioni e la presenza che per lunghi anni hanno svolto in Consiglio e Giunta Provinciale, privando cosi i bresciani e i loro Comuni di servizi riconosciuti ed apprezzati.