Le torri saranno demolite?
Quando, negli anni ’70, furono ultimate il loro progettista disse che erano costruite per durare 100 anni. Ora che di anni ne sono passati meno di 40 pare che verranno abbattute. L’ha annunciato sabato mattina Adriano Paroli, nel presentare la partecipazione della città al secondo programma regionale sui contratti di quartiere per il quale il comune e l’Aler dovranno presentare il progetto entro il 15 settembre. «Davanti a una situazione di degrado come quella delle torri serviva un percorso più coraggioso – dice Paroli -. Il contesto ha sempre presentato molte criticità, e l’ipotesi di ristrutturare le torri avrebbe comportato costi impegnativi, circa 36 milioni di euro, senza la certezza di risultati in termini di buona socialità e qualità di vita. Meglio intervenire con un progetto radicale: gli edifici vanno abbattuti e sostituiti, crediamo che questo sia un passo nella direzione giusta». 36 milioni di euro dunque il costo previsto per la ristrutturazione, gli stessi soldi, euro più euro meno, che ci vorrebbero per la costruzione ex-novo di nuovi alloggi, senza contare il fatto che la ristrutturazione potrebbe non portare i risultati sperati in termini di buona socialità e qualità della vita in un quartiere che da sempre vive situazioni di disagio sociale, problemi di convivenza, difficile integrazione tra i cittadini.
Il progetto per ora è solo una dichiarazione d’intenti, ma la strada verso la demolizione è già stata intrapresa. Da stamattina il comune incontrerà le realtà di quartiere e i loro rappresentanti, nei prossimi giorni saranno sentiti anche gli inquilini delle torri; gli assessori competenti per il progetto sono Bianchini, Labolani, Maione e Margaroli.
Nell’eventuale abbattimento si inizierebbe con la torre Tintoretto, di proprietà Aler, per poi proseguire con la Cimabue, di proprietà del comune. 195 gli alloggi di ogni torre, i cui inquilini andrebbero ricollocati in toto. Le tempistiche per abbattimento e costruzione dei nuovi alloggi di edilizia popolare, 240 in cambio dei 195 di ogni torre, prevedono la fine dei lavori per il 2013-2015, un paio di anni dopo l’arrivo della metropolitana a San Polo.
Arrivano intanto le prime critiche: da parte di Leonardo Benevolo, architetto che firmò il progetto per le torri che teme che il nuovo piano cancelli le ormai ridottissime aree verdi di San Polo, e da parte del consigliere del Pd Claudio Bragaglio, ex assessore comunale alla casa, secondo il quale prima di abbattere andrebbe presa in considerazione l’idea di ristrutturare le torri (in solido cemento armato, con una lunga vita davanti) contestualmente alla "riqualificazione sociale" di tutto il quartiere.