▼ Elezioni Brescia, Nini Ferrari (Fdi): i moderati? Non possono che scegliere noi | L’INTERVISTA
In caso di vittoria del centrodestra, Nini Ferrari sarà la vice di Fabio Rolfi in Loggia. Sposata e madre di due figli, Ferrari è docente universitario alla Statale di Brescia, dove dallo scorso anno (per 21 anni è stata di ruolo alla Bicocca di Milano) insegna Diritto privato e Diritto delle imprese e delle organizzazioni del terzo settore. Ma il suo è un curriculum che intreccia lavoro, solidarietà, civismo e politica.
Dal 2008 al 2018, infatti, è stata consigliere in Loggia (X Brescia Civica), dal 2015 al 2017 ha calcato i banchi del consiglio provinciale (con delega al Patrimonio) e dal 2019 è Consigliera di parità della Provincia di Brescia. Inoltre Ferrari è molto attiva nel mondo del volontariato: dal 2011, infatti, fa parte del Cda della Fondazione Berlucchi (che si occupa di ricerca contro il cancro) e fino al 2022 è stata alla guida dell’associazione Esa Onlus (attualmente la presidente è Annamaria Capuzzi Beltrami), che si occupa di assistenza e sostegno per le donne colpite da tumore al seno. Aderisce e collabora con numerose associazioni del territorio.
L’abbiamo intervistata.
DOMANDA – A lungo si è parlato di lei come possibile candidato sindaco del terzo polo. Poi ha scelto il centrodestra e Rolfi, come mai?
RISPOSTA – Nella fase preliminare della campagna elettorale mi hanno cercato in molti: per indole ascolto tutti, perché ritengo che ogni voce possa insegnare qualcosa. Ho parlato con Groli e Galperti, ma poi Italia Viva – sulla spinta del nazionale – ha deciso di convergere con Azione! nell’ottica – successivamente naufragata – del partito unico. L’idea era quella di costruire uno spazio nuovo per il centro, ma ho preso atto del fatto che il progetto non era realizzabile. Lo stesso Galperti si è sfilato, ed ora appoggia Rolfi. Io sono restata nel mio alveo, che da sempre è quello del centrodestra.
D – Lei in passato era stata anche nella lista del Pdl, come indipendente. Perché ora ha scelto Fratelli d’Italia?
R – Perché ammiro molto la figura dell’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, una donna preparata, coraggiosa, indipendente e determinata. Fratelli d’Italia ha visto crescere notevolmente il proprio consenso e ora ha la necessità di consolidare la propria classe dirigente: credo che per questo abbiano guardato a me, che vengo dal mondo civico.
D – I bresciani sembrano dare un giudizio prevalentemente positivo sull’esperienza di Del Bono. Lei come la vede?
R – Concordo, ma ritengo Del Bono che sia stato un po’ troppo autoreferenziale e abbia guardato poco all’esterno dei confini cittadini. E’ stato un attento amministratore dell’ordinario, senza riuscire ad andare oltre e a mettere in campo una visione di lungo periodo. In particolare, a mio avviso, non è stato capace di cogliere i segnali d’allarme arrivati nel tempo. Un esempio? Nell’ultimo biennio, tra capoluogo e provincia, ben 20mila giovani se ne sono andati dal nostro territorio. Non si può far finta di nulla di fronte a questo dato…
D – Perché, secondo lei, Castelletti non può rappresentare la continuità con il sindaco uscente?
R – Del Bono ha accentrato molto tutte le decisioni e ha lasciato poco spazio di manovra ad altri: eventuali meriti o demeriti di quanto fatto sono da ascrivere soprattutto al sindaco uscente. Inoltre ritengo che l’esperienza di Castelletti sia troppo limitata. Ho molto rispetto per chi fa il politico di professione. Lei, però, negli ultimi 30 anni è sempre rimasta chiusa all’interno della Loggia, a differenza di Del Bono, che è stato in Parlamento ed ora è in Regione. Personalmente ritengo un problema il fatto che la sua esperienza sia esclusivamente legata alla presenza per tanto – troppo – tempo nella stessa istituzione, tanto più in un momento storico in cui è indispensabile aprirsi all’esterno e confrontarsi con dinamiche nazionali e internazionali, mettendo in campo anche soluzioni nuove. Chiunque,
dopo oltre 30 anni nella stessa istituzione, faticherebbe ad essere propulsore di novità e
oggi, di fronte alle sfide epocali di transizione energetica, sostenibilità ambientale, sociale
ed economica, non ci si può permettere di restare fermi sugli allori.
D – Rolfi ha annunciato che lei sarà la vice in caso di vittoria. Che valore aggiunto pensa di poter portare alla sua candidatura?
R – Ritengo che il mio contribuito sia soprattutto legato all’esperienza che ho fatto negli anni all’interno del mondo civico e dell’impegno sociale. Fabio ha avuto esperienze importanti in diverse istituzioni (l’ultima come assessore in Regione): il suo è un profilo più politico, ci completiamo.
D – In un’intervista di gennaio 2016, lei indicava le priorità in commercio, ambiente e diminuzione delle tasse. Sono passati sette anni… Conferma?
R – Restano senza dubbio priorità. Ma ne aggiungerei altre, oggi pressanti, a partire dalla valorizzazione della vocazione universitaria di Brescia. Allora speravo che si sarebbe fatto qualche passo in avanti su questo fronte, ma purtroppo non è stato così e il progetto del campus universitario nella caserma Randaccio è finito nel cestino. Brescia – anche grazie ai suoi atenei, alle accademie, al Conservatorio e al suo tessuto imprenditoriale – deve tornare ad essere attrattiva per giovani e famiglie. Inoltre è stato fatto molto poco sul fronte dell’internazionalizzazione ed è poco credibile che, sotto elezioni, si propongano cose che negli ultimi 30 anni, con la stessa classe dirigente al governo della città, non sono state fatte. Allo stesso modo, cinque anni fa per Del Bono l’ambiente era una priorità: è rimasta tale, nel senso che non è stato fatto molto. L’aria, per citare il suo slogan dell’epoca, non è cambiata.
D – Come andrà a finire ora tra Rolfi e Castelletti? Si andrà al ballottaggio il 28 maggio?
R – Spero che Rolfi vinca al primo turno. Ma in un eventuale ballottaggio ritengo prevarrà la nostra proposta, che è quella di un nuovo modello di città sul fronte ambientale e sociale. Come recita lo slogan del nostro candidato (“Brescia più di prima”) vogliamo migliorare e far crescere la città per far sì che resti un luogo attrattivo, dinamico e accogliente. Caratteristiche che sta perdendo.
D – Decisivi, nel voto, saranno indecisi e moderati. Da che parte staranno?
R – Elly Schlein sta portando il Pd, partito di maggioranza relativa in città, su una rotta che di moderato ha ben poco… Fatico a immaginare che, oggi, un moderato cattolico possa scegliere la sinistra…