Privacy e sicurezza, Signal è l’alternativa per proteggere le proprie comunicazioni?
Tutti noi usiamo quotidianamente App di messaggistica istantanea e lo facciamo per svariati motivi, soprattutto per lavoro, amicizia e famiglia e abbiamo l’imbarazzo della scelta riguardo a quale servizio e applicazione usare.
Inizialmente c’era il monopolio di WhatsApp, con il tempo i concorrenti di questa App di messaggistica sono aumentati e oggi i suoi due più grandi concorrenti sono Telegram e Signal; sul portale supercellulari.it abbiamo trovato una guida interessante su Signal che affronteremo nei paragrafi successivi.
WhatsApp: aggiornamento regole privacy
Le funzioni delle App di messaggistica sono abbastanza simili, ma cosa determina la scelta di una o dell’altra? Soprattutto la sicurezza e la privacy.
Nei primi giorni di Febbraio 2021 WhatsApp ha aggiornato i termini d’uso e l’informativa privacy 2021, e con questo aggiornamento non consente più di scegliere agli utenti se permettere all’applicazione di trasferire o meno i propri dati a Facebook, questo cambiamento ha fatto perdere molti utenti alla famosa App WhatsApp che hanno preferito migrare verso Telegram e soprattutto verso Signal.
Signal
WhatsApp e Telegram sono due App di messaggistica istantanea molto popolari e conosciute, invece diverso è il discorso per Signal, che risulta essere meno conosciuta.
L’App Signal è nata nel 2014, essa può essere scaricata gratuitamente ed è stata sviluppata per inviare messaggi di testo, immagini, audio e video. Può anche essere utilizzata per telefonate tra utenti Signal ed è disponibile per dispositivi iOS e Android.
L’App Signal è molto orientata alla privacy e alla sicurezza, che sono i motivi principali per cui negli ultimi tempi sta acquisendo molti utenti. Tutto ciò che invii o ricevi è crittografato, il che rende molto difficile per chiunque intercetta i dati e capire cosa viene detto a meno che non sia il destinatario specificato.
Sicurezza delle App di messaggistica
Andiamo ora a confrontare queste tre App, in termini di sicurezza.
Telegram, Signal, e WhatsApp usano tutti la crittografia end-to-end, cioè che se una parte esterna intercetta i testi, questi sono codificati e non possono essere letti.
anche se per quanto riguarda la sicurezza dei dati inviati e ricevuti Signal è preferibile alle altre due perché ha un sistema di crittografia molto più forte
Ma le differenze maggiori tra queste App di messaggistica istantanea è in termini di privacy e sicurezza generale.
Tra Signal e WhatsApp la grande differenza in termini di privacy è che Signal incrementa e gestisce la privacy a favore dell’utente, mentre per WhatsApp non è chiarissimo come i dati vengano trattati. Quindi per una maggiore privacy ed evitare che Facebook conosca i dati (pur mantenendo il tuo anonimato), puoi affidarti a Signal che grazie al suo codice open source, non è soggetta a nessun permesso e controllo di altre aziende.
In merito ai metadati, ossia i dati “accessori” come, per esempio, le info del nostro profilo ed i di tutti i nostri contatti, WhatsApp raccoglie i metadati e può capitare anche che possa condividerli con il social network di Facebook.
Telegram afferma che le informazioni dei suoi utenti ed i contatti sono utilizzati solo allo scopo di offrire cosa che ad oggi non è possibile nelle altre applicazioni, la possibilità di celare il numero di tel visualizzato in alternativa un pseudonimo da noi scelto.
Invece Signal memorizza i metadati solo sul proprio device personale, quindi a meno del furto completo del device, i nostri dati dovrebbero essere al sicuro.
Possiamo concludere affermando che le funzionalità delle tre App è molto simile, così come anche la sicurezza, mentre sul lato privacy invece spicca Signal rispetto alle altre due, soprattutto verso WhatsApp.
Multe e Gdpr come siamo messi?
Ne ha parlato anche Wired in questo articolo, attualmente e anche stranamente sembra che l’Italia nella classifica delle violazioni in Europa non sia in cima alla classifica, mentre il podio per ora vede in cima Germania, Paesi Bassi e Regno Unito.
Sembra però che per ora le multe che riguardano le aziende segnalate siano ancora ferme al palo, anche perchè nel frattempo non si conoscono le metodologie della multa ma per ora come scritto da Wired, sembrerebbe che la multa corrisponda allo 0,2% del fatturato delle aziende vittime della fuga di dati.