Trenzano, Lacquaniti: sindaco fascista si dimetta, giusta la denuncia
In questi giorni in cui si ripetono gravi episodi di risveglio nostalgico della presenza fascista in diversi comuni e località dItalia, da Sermide a Chioggia, la provincia di Brescia si distingue con episodi a Lumezzane, Chiari, Mura e oggi Trenzano.
Per questo il deputato di Articolo Uno Luigi Lacquaniti ha deciso di passare all’attacco. “Sono dellopinione – scrive in una nota – che di fronte a tutto questo la soluzione non possa essere lindifferenza silenziosa, ma la denuncia: lapologia del fascismo e la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista sono illegittimi. Bene ha fatto il prefetto di Brescia Annunziato Vardè a denunciare alla polizia postale il sindaco di Trenzano Andrea Bianchi che si è dichiarato pubblicamente fascista, e che dimenticandosi di aver giurato fedeltà allo Stato e alla sua Costituzione, ha pubblicamente attaccato le nostre Istituzioni con epiteti volgari e inaccettabili”.
Lacquaniti,quindi, sottolinea che il primo cittadino di Trenzano sarebbe recidivo. “Sui comportamenti del sindaco Bianchi – chiarisce – già nel settembre del 2015, avevo presentato uninterrogazione parlamentare al Ministro dellinterno a cui non fu mai stata data risposta. Così come sui fatti di Mura dove sono stati eletti tre consiglieri comunali, espressione del Movimento Fascismo e Libertà, ho prima denunciato linammissibilità della lista e poi presentato una interrogazione a cui pure non è mai stata data risposta, ma a seguito della quale il Prefetto ha rimosso la Commissione elettorale che aveva ammesso la lista fascista.
Andrea Bianchi – conclude Lacquaniti – dichiarandosi fascista, non può fare il sindaco di un comune della Repubblica Italiana, si dimetta. E i tre consiglieri comunali di Mura non possono svolgere il loro mandato in quanto fascisti. Chiedo che il Ministro degli Interni non lasci cadere le interrogazioni parlamentari su questi gravi episodi e dia rapidamente risposta a quanto denunciato. E il sindaco di Trenzano se ne faccia una ragione: il fascismo in Italia non tornerà”.
On. Luigi Lacquaniti