Contenimento delle nutrie: l’impegno della Provincia di Brescia continua
La Nutria Myocastor coypus (Molina, 1782) è un roditore di grande taglia originario della sub-regione patagonica del Sud America e delle aree temperate del Cile e dell’Argentina.
La specie è stata introdotta in molti paesi sia nel Nord America che in Europa ove è riuscita a costituire popolazioni naturalizzate.
Ciascun individuo della specie consuma l’equivalente di 27 kg di materia secca ogni anno, cibandosi essenzialmente di vegetali tra cui soprattutto piante acquatiche, radici, foglie, tuberi, rizomi. In media la nutria partorisce 5 piccoli 2/3 volte l’anno.
La popolazione stimata in Regione Lombardia è di circa 700 mila individui, di cui circa 140 mila in provincia di Brescia (seconda per quantità solo alla provincia di Mantova).
La specie costituisce fonte di danni all’agricoltura sia perché si alimenta di colture agricole, ma anche perché ricava la propria tana scavando negli argini e nelle strade di campagna.
Fino al 2013 la provincia di Brescia ha fronteggiato l’espandersi del roditore secondo quanto disposto dalla normativa nazionale e regionale in materia, il regolamento provinciale per il controllo della fauna selvatica e il piano provinciale di abbattimento della nutria.
Gli operatori volontari appositamente formati secondo le indicazioni del Settore Caccia e sotto il coordinamento operativo della Polizia Provinciale hanno attuato interventi di controllo della specie principalmente con gabbie trappola e, in casi particolari, mediante abbattimento diretto. Tali attività hanno portato al prelievo medio annuale di circa 5000 capi.
Secondo recenti studi, per contenere in maniera importante la popolazione di nutria in provincia di Brescia sarebbe necessario prelevare almeno l’incremento utile annuo pari a circa 80 mila esemplari. Per eradicare la specie il prelievo dovrebbe essere di circa 280 mila animali all’anno solo in provincia di Brescia e un milione e 400 mila in tutta la regione.
Tra il 2014 e il 2015 però, a causa delle continue modificazioni dell’assetto normativo nazionale, l’ultima risale al dicembre 2015, le operazioni di controllo e la pianificazione per affrontare il “problema nutria” si sono fermate.
Oggi la nutria è considerata dalla legge 157/92 alla pari di ratti e arvicole ed è attualmente inserita nell’elenco delle 100 specie alloctone più dannose del mondo. Sempre secondo la medesima legge, però, la gestione del contenimento va fatta secondo quanto disposto dalla normativa in materia di controllo della fauna selvatica. Questo significa ottenimento del parere ISPRA in ordine alla non applicabilità dei metodi ecologici e attuazione dei piani di abbattimento con mezzi e metodi codificati dalla vigente normativa e dal parere ISPRA.
La pianificazione regionale e provinciale è stata recentemente adeguata e le operazioni di contenimento in provincia di Brescia sono riprese: 350 gli operatori volontari a cui è stata rinnovata l’autorizzazione per l’attività di controllo numerico, 1000 il numero delle gabbie che la Provincia ha messo a disposizione per gli interventi. Entro marzo saranno erogati i rimborsi spese per l’attività dello scorso anno.
“Anche i Comuni – ha dichiarato il Presidente della provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli – possono collaborare al contenimento della specie, d’intesa con la Provincia, secondo quanto disposto dal piano provinciale, acquistando gabbie o altro materiale di consumo, coordinando gli operatori presenti sul proprio territorio, mettendo a disposizione punti temporanei di stoccaggio”.
“Si ricorda che gli operatori volontari sono spesso cacciatori ma non agricoltori – hanno precisato i Consiglieri Provinciali Andrea Ratti e Diego Peli – è quindi importante che le associazioni agricole promuovano l’informazione affinché gli agricoltori facciano un attento monitoraggio e segnalino tempestivamente la presenza della specie alla Polizia Provinciale o direttamente agli operatori presenti sul territorio, anche per tramite dei Comuni”.