Breno, Caparini: giudice di pace soppresso perché il Comune non ha fatto ricorso
Non è stato possibile rivalutare la soppressione del giudice di pace di Breno in quanto "non risulta che il Comune di Breno abbia formalizzato l’istanza di mantenimento, assumendo gli oneri prescritti dalla legge", “questo nonostante l’ultimo provvedimento con il quale è stata perfezionata la procedura di riorganizzazione sia stato emanato nel maggio 2016”. La risposta del ministero è arrivata il 30 ottobre, dopo oltre due anni e mezzo che il leghista Davide Caparini ha depositato la sua interrogazione al Ministro della giustizia Orlando.
Nel testo Caparini ricordava che l’ufficio Brenese del giudice di pace copriva una vastissima zona e riguardava una popolazione quasi pari a quella della soppressa sezione distaccata del tribunale, dislocata su una lunghezza di almeno 70 chilometri di valle. Quindi evidenziava i gravi pregiudizi e disagi derivanti dalla soppressione della sezione distaccata di tribunale e che la chiusura definitiva anche dell’ufficio del giudice di pace di Breno avrebbe comportato ulteriori carenze e privazioni nell’accesso alla giustizia per gli abitanti della Valle, che sarebbero stati costretti ad ulteriori oneri e ad una spesa addirittura superiore al valore delle cause e dei processi.
Il parlamentare camuno sollecitava pertanto Orlando in merito alla necessità di mantenere a Breno l’Ufficio del Giudice di Pace, chiedendo anzi per quale motivo il Ministero non avesse accolto -come invece è stato fatto per situazioni analoghe come quelle di Chiari e Rovato – la richiesta avanzata dal Comune e dalla Comunità montana che si erano impegnati a mantenere a loro cura e spese gli uffici giudiziari di prossimità nel loro territorio. Ora la risposta, che riapre le polemiche.