Due mostre d’autore: si parte sabato
Giacomelli&Migliori (da collezioni private) e Rafael Navarro (Testigos). Due grandi mostre per aprire il 2011 all’insegna, come sempre ci ha abituato Ken Damy, della qualità.
Giacomelli&Migliori.
Dopo la grande antologica del 2002, il museo Ken Damy ripropone fotografie di Nino Migliori, artista che nel suo operare ha sempre amato la sperimentazione.
La fotografia di Nino Migliori, dal 1948, svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea.
Gli inizi appaiono divisi tra fotografia neorealista con una particolare idea di racconto in sequenza, e una sperimentazione sui materiali del tutto originale e inedita.
Dopo la parentesi neorealista ed informale, dalla fine degli anni sessanta, il suo lavoro assume valenze concettuali ed è questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere.
Migliori si trova ad essere con Veronesi, Grignani, Munari e pochissimi altri, uno dei pochi operatori che nel nostro paese prosegue la ricerca delle avanguardie sul fronte della riflessione sui linguaggi dell’immagine.
Dal catalogo “Nino Migliori tesi off camera” Ken Damy, Edizioni del museo
A undici anni dalla sua scomparsa, ci sentiamo obbligati a ripercorrere l’opera di Mario Giacomelli, maestro della fotografia italiana, che il museo Ken Damy ha da sempre seguito.
Il pregio del suo lavoro è stato quello di giungere ad una fotografia astratta in un periodo dominato dal realismo, superando così il dibattito allora vigente nella fotografia italiana tra formalisti e neorealisti.
Le sue immagini, di cui cura personalmente la stampa fino a farne emergere il grafismo, sono caraterizzate da un bianco e nero molto contrastato, dove i neri sono spinti e la grana molto evidente.
Le sue fotografie rappresentano un mondo ugualmente diviso tra amore e sofferenza e la realtà in esse rappresentata viene trasfigurata in idee e sensazioni, sia che si tratti di paesaggi che di lavori a sfondo sociale.
Rafael Navarro. Testigos.
Una nuova grande mostra del famoso fotografo spagnolo
Quiete.
E’ la prima parola che viene in mente contemplando l’insieme delle opere della serie “Testigos” (2010) di Rafael Navarro (Zaragoza, 1940).
In questa mostra inedita per l’Italia, Navarro evoca un mondo calmo, dominato da una luce teatrale, quasi spirituale, che pare sorgere da un “nulla” apparente.
Frammenti e dettagli di foglie, vegetali e fiori che sembrano emergere da un tempo sospeso nel silenzio.
L’attenzione per la bellezza della natura non è nuova in Navarro: già nei dittici del 1978 (una della serie capitale del suo lavoro presente alla nostra biennale di fotografia internazionale del 2010) fissava l’attenzione su ritagli di paesaggi che potremmmo definire “mentali” ed ancora prima, in una delle sue prime fotografie degli anni ’70, mostrava un vigoroso groviglio di rami, che per atmsofera, rimandava a quella solitudine evocata dagli alberi di Ansel Adams.
Con il suo stile riflessivo navarro sembra affondare gli elementi naturali in uno scenario abissale, dove lo sfondo nero e il gioco delle ombre lanciano un forte richiamo alla pittura olandese del diciasettesimo secolo.
Dal catalogo “Rafael Navarro, mirabilia y consumacion”, testo critico di Alfonso De La Torre.
Nelle tre sale finali verrà inoltre presentata una rassegna antologica dei migliori lavori dell’artista prodotti negli ultimi trent’anni.
Orario di apertura delle mostre:
dal giovedì al sabato, dalle ore 15,30 alle 19,30.
Fino al 12 febbraio.