Sabato tornano le Storie della Danza Contemporanea
Una grande e importante novità portata a Brescia da Container12 “Le Storie della danza contemporanea”, un progetto di Carolina Italiano, curato da Anna Lea Antolini, in co-produzione tra MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Cro.me.- Cronaca e memoria dello Spettacolo e dell’Ente Promozione Danza della Fondazione Romaeuropa. Un ciclo di incontri dedicati ai grandi protagonisti della danza degli ultimi 50 anni condotti da importanti critici e storici della danza italiana, ospitati a Brescia grazie al sostegno del Comune di Brescia e alla preziosissima collaborazione con Fondazione Brescia Musei e Santa Giulia – Museo della Città. Il progetto prevede 5 incontri che si svilupperanno tra il 31 ottobre 2013 e il 29 marzo 2014.
Chi sono i protagonisti della danza contemporanea degli ultimi 50 anni? Quali le influenze e le contaminazioni con il mondo dell’arte e dell’architettura contemporanee? Quali le idee che hanno rivoluzionato il modo di danzare?
Vito Di Bernardi, Patrizia Veroli, Francesca Pedroni, Maria Pia D’Orazi, Ada D’Adamo, incontrano il pubblico del Museo Santa Giulia per raccontare la storia della danza contemporanea da Merce Cunningham al fenomeno della nouvelle danse e scoprire insieme il rapporto danza, architettura, arte con contributi video provenienti da Cro.me – Cronaca e Memoria dello Spettacolo di Milano e dall’Archivio Storico della Fondazione Romaeuropa.
GENERAZIONE BUTŌ: KAZUO ONŌ
LA FORZA INVISIBILE CHE INDOSSA L’UNIVERSO
CON MARIA PIA D’ORAZI
Nato negli anni Sessanta in un territorio di confine fra danza e teatro, il butō giapponese ha ampliato il concetto di danza e ha offerto al teatro un mirabile esempio di attore organico, capace di modulare la sua presenza in una completa fusione di arte e vita. In un’epoca di protesta e profondi cambiamenti culturali il butō è diventato anche un’esortazione per l’uomo comune a migliorare la qualità della sua esistenza. Di questo modo di esistere Kazuo Ōno (1906 – 2010) resta simbolo e leggenda. La sua storia porta in primo piano la visione di un corpo che si rifiuta d’essere “strumento” di comunicazione per arrivare a mostrare semplicemente se stesso. Una rivoluzione espressiva e una potente difesa della particolarità di ogni individuo nella società dei consumi e della cultura globale.
Maria Pia D’Orazi, è docente di Storia dello Spettacolo alla Libera Accademia di Belle Arti di Roma ( Rufa). Sulla danza butō ha scritto tra l’altro: Il corpo eretico (+ dvd), 2008; Kazuo Ōno, 2001 e Butō. La nuova danza giapponese, 1997.
SABATO 1 MARZO
WHITE ROOM DEL MUSEO DI SANTA GIULIA
ORE 11.30