Cesare Galli: “Ho votato Paroli, ma non so se lo rifarei. La sua città è troppo simile a quella di Corsini”
di Andrea Tortelli – “Ho votato Paroli, ma non so se lo rifarei. La sua città mi sembra molto simile a quella di chi lo ha preceduto”. Liberale da giovane, leghista in età matura, per anni Cesare Galli è stato il nemico numero pubblico del sindaco Paolo Corsini. Sia negli appuntamenti elettorali, sia nell’arena del consiglio comunale. Una figura molto apprezzata dalla base leghista, meno forse dai vertici del partito, con cui ha rotto definitivamente nel 2008. Quando ha tentato di ricandidarsi a primo cittadino con la lista civica Liberi bresciani, non ammessa al voto per questioni puramente formali. Da allora di Galli non si è quasi più parlato (sul fronte politico), ma – come testimonia l’intervista rilasciata a Bsnews.it – l’avvocato è tutt’altro che disattento alle vicende bresciane.
D – Che fine ha fatto?
R – Ho cercato di servire la comunità attraverso le mie competenze. Rappresento le imprese italiane nell’Osservatorio europeo contro la contraffazione e ho fatto parte della commissione di esperti che lo scorso anno ha riscritto il Codice sulla proprietà industriale. Inoltre ho avuto il piacere di improvvisarmi ‘attore’ per un video del ministero dello Sviluppo economico che spiega alle Polizie municipali come si combatte la contraffazione di strada e dei negozi. Un fenomeno con un pesante indotto criminale che influenza concretamente la qualità delle nostre vite. Peccato che questo lavoro non sembra essere stato recepito a livello locale. Brescia, su questo fronte, è un pessimo esempio.
D – Eppure, in questi anni, la Loggia ha intensificato i controlli contro i venditori abusivi e la contraffazione…
R – Chi ha un minimo competenza in materia non lo direbbe…
D – La domanda a questo punto è d’obbligo. In che rapporti è rimasto con la Lega?
R – Francamente credo che il vero quesito sia in che rapporti sono rimasti loro con città, visto che di tutte le nostre battaglie degli ultimi 14 anni non mi pare rimasto nulla. Abbiamo criticato gli sprechi e sono continuati, abbiamo chiesto più sicurezza e oggi vedo soltanto mosse ad effetto, abbiamo lottato a lungo per non chiudere il centro alle auto e oggi lo si vuole pedonalizzare. Ancora: abbiamo fatto campagne per un inceneritore meno inquinante e non mi pare sia cambiato nulla, come non mi pare abbiano sortito frutti le nostre iniziative contro il monopolio di Asm/A2A, dato che l’azienda è regolarmente sotto osservazione per il suo atteggiamento nei confronti degli utenti. In sostanza se un cittadino fosse stato ibernato tre anni fa e oggi si risvegliasse improvvisamente credo che penserebbe di trovarsi ancora nell’era Corsini. O meglio di un Corsini provincializzato. Ai suoi tempi – solo per fare un esempio – il livello delle attività culturali era molto elevato, anche se si sprecava troppo denaro pubblico per finanziarle: oggi lo sperpero è rimasto e il livello è crollato.
D – E del bonus bebé, uno dei cavalli di battaglia della Lega e della prima fase della giunta Paroli, che dice?
Da avvocato mi sono subito reso conto del fatto che quel provvedimento non avrebbe retto alla prova di un ricorso: l’ostinazione del Comune, nonostante le sentenze sfavorevoli, è stato un pessimo utilizzo del denaro pubblico. Sul piano politico, poi, mi verrebbe da dire che non è certo in quel modo che si affrontano i problemi delle famiglie e le si convincono a fare figli. Certe iniziative mi ricordano quelle di Mussolini, e non mi sembra il caso di prenderle oggi ad esempio. Piuttosto bisogna cambiare la qualità della vita delle famiglie puntando su fattori come il miglioramento della situazione viabilistica e la riduzione del carico tariffario, favorendo la concorrenza e battendosi contro tutti i monopòli. Compreso quello di A2A.
D – Ce l’ha con qualcuno in particolare?
R – No. Le mie critiche sono rivolte a tutti e vogliono essere costruttive. Il centrodestra è reduce da due pesanti batoste elettorali: se non si vuole consegnare nuovamente la città al centrosinistra bisogna smettere di scimmiottare quanto fatto dalle precedenti amministrazioni e riprendere in mano quei progetti che avevano caratterizzato i 14 anni di opposizione alle giunte Martinazzoli e Corsini. E cambiare rotta: certi “scandaletti” di cui hanno parlato i giornali – dal concorso in Provincia alla vicenda carte di credito – mi ricordano molto quel tipo di gestione del pubblico che per tanti anni abbiamo criticato dall’opposizione.
D – E di Paroli che dice?
R – Difficile dire qualcosa…
D – Proviamoci…
R – Quando è stato eletto sindaco non ritenevo negativo che Paroli mantenesse anche il seggio in Parlamento, perché pensavo che sarebbe andato a Roma soltanto all’occorrenza, per rappresentare gli interessi di Brescia. Invece la sua totale assenza dalla vita civile di Brescia è un grosso errore. Mi auguro che inverta le priorità: per vincere serve davvero una svolta.
D – Parla da elettore del centrodestra?
R – Da elettore deluso, direi. Alle comunali – come alle politiche – ho votato per lo schieramento vincente, mettendo una croce sul nome di Paroli. Oggi non so se lo rifarei. Ma mi auguro che riescano a convincermi nuovamente.
D – Pare molto agguerrito.
R – Sono arrabbiato come tutti i bresciani. Molti elettori del centrodestra la pensano come me e sono convinto che questo disagio presto troverà un’espressione concreta. Ma non voglio un Pisapia bresciano…
D – Si candida lei a fare il “salvatore della patria”?
R – Non sono un salvatore della patria. Mi ritengo semplicemente una persona di buon senso che vuole fare battaglie di buon senso: una merce, quest’ultima, assente nelle giunte Corsini e mai tornata in corso con la giunta attuale.
D – Ma ciò significa che nel 2013 si ripresenterà come candidato sindaco?
R – Non escludo nulla, ma ritengo che l’esperienza civica che ho tentato di portare avanti nella scorsa tornata elettorale non sia più attuale. Sui referendum abbiamo preso posizione chiedendo agli elettori di recarsi alle urne e votare no ai quesiti sull’acqua. In Loggia non abbiamo intenzione di ripresentarci, ma continueremo a riunirci periodicamente per discutere delle nostre idee sulla città. Idee che prima o poi, sono fiducioso, torneranno in auge.