Immigrati, la protesta ha le ore contate
Diciamocelo: la protesta sulla gru ha le ore contate. Anche un "santone" della sinistra come Michele Santoro, giovedì sera, ha invitato gli immigrati a scendere. Anche padre Mario Toffari l’ha ribadito nel corso della stessa serata. E, prima ancora, a chiedere la stessa cosa erano stati i sindacati (Cgil compesa) e le associazioni del mondo cattolico. Un coro che si è sommato a quello del centrodestra e delle autorità preposte a garantire l’ordine pubblico. Tutti, intendiamoci, lo fanno con ragioni diverse. Quasi opposte. Ma il rìsultato è il medesimo. La maggioranza della città di Brescia chiede a chi sta sulla gru di scendere. E le parole del leader di Diritti per tutti, Umberto Gobbi – che ha negato come nella Leonessa la protesta sia empre più impopolare – sembrano più un tentativo (sincero) di convincere la città che una constatazione oggettiva. Insomma: di questo passo la protesta si trasformerà in un grande boomerang nei confronti degli immigrati. E a sostenere questa tesi c’è anche un dato di fatto inconfutabile. Negli ultimi giorni due dei sei immigrati sulla gru sono scesi. Prima Singh, l’indiano, convinto da un mediatore culturale del suo Paese. Poi Papa, il senegalese, convinto dall’accorato appello del padre. Domani, certamente, toccherà a qualcun altro, perché ove non arrivano il potere persuasivo di questura o familiari possono di sicuro le difficoltà di vivere in altezza al freddo e al gelo, senza più contatti con il mondo reale. Ecco perché quella degli immigrati sulla gru e di Diritti per tutti è diventata ormai una lotta contro il tempo. Se non si arriverà a breve a un risultato accettabile per tutti – ovviamente attraverso la trattativa con la questura o le autorità – il potere di trattativa degli immigrati si ridurrà al lumicino, e la protesta si trasformerà in un grande fallimento. Perché i quattro prima o poi scenderanno e, senza patti, ne pagheranno a caro prezzo anche le conseguenze personali. Mentre quelle politiche e sociali le pagheranno i loro fratelli immigrati.