Brebemi, polemica infinita. Legambiente torna ad attaccare l’opera (finita)
Continua la querelle tra Legambiente e Brebemi sui numeri e l’utilità della nuova autostrada che collegherà Brescia con Bergamo e Milano. Dopo l’attacco di Legambiente e la replica dell’ufficio legale della società autostradale, ieri, è arrivata la nuova risposta degli ambientalisti.
La pubblichiamo con una breve nota del direttore Giorgio Costa.
ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL NUOVO COMUNICATO DI LEGAMBIENTE
Era ora che Brebemi snocciolasse i numeri scomodi, quelli delle tariffe che verranno chieste agli automobilisti che percorreranno i 62 km della nuova autostrada che ha distrutto centinaia di ettari di campagna tra Milano e Brescia. Bizzarro che abbia dovuto farlo in risposta ad una comunicazione di Legambiente. Per un’opera chiamata a svolgere un servizio pubblico e che tra un mese aprirà al traffico, ci saremmo aspettati ben altra e più tempestiva trasparenza. Ma è un inizio, speriamo di sapere anche altro. Così Legambiente risponde al comunicato-diffida con cui Brebemi ha replicato alla stima, fornita dal responsabile trasporti dell’associazione, Dario Balotta, circa i costi esorbitanti della tariffa autostradale della ‘direttissima’ Milano-Brescia. Direttissima per modo di dire, perchè se è vero che la nuova autostrada non passerà da Bergamo come la A4, il vantaggio chilometrico per chi dovesse andare dalla città di Milano a quella di Brescia è veramente modesto: circa 500 metri in meno, considerato che dal capoluogo lombardo per arrivare all’inizio di Brebemi, al casello di Liscate, bisognerà affrontare una gimcana di viabilità e svincoli che neutralizzano quasi del tutto l’effetto di accorciamento del tratto autostradale. Il vero vantaggio sarà per i furbetti: dal momento che sulla Brebemi non saranno installati i tutor, sarà molto più facile sfrecciare impuniti a velocità non consentite e quindi battere tutti i record sulla distanza Brescia – Milano. Ma questo ‘vantaggio’ giustifica un pedaggio chilometrico più che doppio rispetto alla già esistente A4? Di sicuro non per i pendolari forzati dell’auto, che difficilmente accetteranno di pagare quasi venti euro per il viaggio di andata e ritorno da Milano a Brescia.
Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia insiste: Brebemi nella sua replica afferma che non dovremmo occuparci dei profili finanziari dell’opera perchè non competono a una associazione ambientalista. Ma invece ci interessa, eccome, sapere se quell’autostrada, costata un enorme sacrificio ambientale alla Pianura Padana, produrrà poi almeno qualche vantaggio in termini di riduzione del traffico su altre strade, o se invece – come ci pare probabile con le tariffe previste – gli automobilisti sceglieranno di non utilizzarla, avendo a disposizione alternative più convenienti, sia autostradali che di viabilità ordinaria. E ci interessa anche – ma questa, per non rischiare con le nostre stime, è una informazione che chiediamo a Brebemi – sapere quanto pagheranno i mezzi commerciali: perchè vogliamo capire se camion e TIR continueranno a correre sulla viabilità locale e nei centri abitati della bassa, oppure se questo traffico inquinante e pericoloso verrà intercettato dalla nuova autostrada. E ci interessa saperlo anche perchè le stesse tariffe varranno sulle altre autostrade in costruzione, TEM e Pedemontana, ed anche in quei casi vogliamo sapere se le devastazioni del territorio produrranno almeno una consolazione in termini di beneficio al sistema della mobilità e alla congestione stradale. Purtroppo temiamo di sapere già la risposta. Ma per restare al tema finanziario, gli ambientalisti contestano anche il teorema dellopera a integrale finanziamento privato: Non abbiamo l’anello al naso, il closing finanziario dell’opera è arrivato a cantieri quasi finiti, e l’intero castello finanziario si regge su linee di credito che è davvero difficile considerare finanziamento privato: parliamo dei fondi della Cassa Depositi e Prestiti, quasi 800 milioni dei risparmiatori postali, e di quelli della BEI, che è la banca alimentata da fondi degli Stati Europei. E anche questa partita finanziaria ci interessa, perchè i fondi CDP potevano essere investiti in altre prioritarie infrastrutture, come le reti fognarie, su cui il nostro Paese è in drammatico ritardo. E i fondi BEI in altri Paesi vengono usati per sostenere lo sviluppo nei comparti industriali della green economy, non certo per costruire autostrade inutili. Per non parlare della richiesta di esenzione fiscale, che vale come un bonus di centinaia di milioni gravanti sulle casse dello Stato, che dovrebbero avere ben altre priorità a cui rispondere.
Legambiente dunque accetta di rettificare le proprie stime, basate su calcoli sul piano economico-finanziario dell’opera: Ma qualche centesimo in meno rispetto alle nostre stime non sposta assolutamente nulla nelle nostre valutazioni e nei nostri giudizi: eravamo e restiamo convinti che con un piano economico corretto e con valutazioni sui flussi di traffico non gonfiate, Brebemi, TEM e Pedemontana, semplicemente, non sarebbero mai state messe in cantiere, con un enorme risparmio per tutti, anche per l’ambiente.
Dario Balotta
ECCO LA RISPOSTA DEL DIRETTORE DI BSNEWS.IT, GIORGIO COSTA
Non vorremmo mai entrare in polemiche che riguardano terzi ma, in questo caso, ci permettiamo di far notare a Legambiente che la Brebemi è ormai terminata e riteniamo inutile discutere dellopportunità di uninfrastruttura il cui studio di prefattibilità risale al 1996. Legambiente è unassociazione meritoria a cui i cittadini devono essere grati, ma per le scelte sui pedaggi o sui sistemi di controllo di velocità da istallare, riteniamo siano altri gli organismi preposti a discuterne e con le dovute competenze.
Giorgio Costa