Regione, sì alle nuove regole sul lobbismo. La soddisfazione di Girelli
È stata approvata a larga maggioranza oggi in Consiglio regionale della Lombardia, con il voto contrario del M5S e la non partecipazione al voto di Forza Italia, la legge che mira a rendere trasparenti i rapporti tra rappresentanti di interessi, le cosiddette lobby e relativi lobbisti, con i legislatori regionali. Una legge fortemente voluta da più parti politiche, segnatamente dal Partito democratico che con la prima firma di Gian Antonio Girelli ha depositato la prima proposta di legge da cui è poi partito il processo legislativo.
La legge intende porre un argine anche a quei rapporti scorretti tra lobby e legislatori che sono stati alla base di diversi scandali, soprattutto in campo sanitario, negli anni scorsi.
Grazie a questa legge d’ora in poi tutti i rappresentanti di interessi che intendono intervenire per influenzare la formazione di leggi o decisioni in capo al Consiglio regionale dovranno essere registrati in un elenco presso la presidenza del Consiglio e, una volta all’anno, entro il 28 febbraio, saranno tenuti a riferire i nomi dei consiglieri incontrati in Regione e per quale processo decisionale. Qualora i rappresentanti di interessi rendessero dichiarazioni scorrette o non veritiere, sarebbero passibili di cancellazione dall’elenco, con relativa preclusione alla successiva azione di rappresentanza, fino all’accusa di falso in atto pubblico.
Non potranno fare parte dell’elenco persone che abbiano riportato condanne con pena superiore a dodici mesi per reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio, che siano stati interdetti dai pubblici uffici e che siano stati sottoposti a misure di prevenzione in base alla legislazione antimafia.
I rappresentanti di interessi non avranno solo restrizioni: ottengono il diritto di accedere alle strutture del Consiglio regionale, di richiedere incontri ai decisori pubblici e di sottoporre loro proposte, suggerimenti, studi o memorie a supporto delle proprie tesi. Potranno anche acquisire documenti relativi ai processi decisionali, secondo quando stabilito dalle leggi vigenti.
Prima della Lombardia, tra le Regioni italiane, solo Toscana, Abruzzo e Calabria si sono dotate di una normativa relativa all’attività di Lobbying.
“L’assunzione della responsabilità della politica passa dalla messa in campo di azioni concrete – dichiara il presidente della commissione speciale antimafia del Consiglio regionale Gian Antonio Girelli -. La politica ha il compito di avere un ruolo di mediazione tra tutti gli interessi legittimi. Il tasso di corruzione e la mancanza di trasparenza fanno perdere competitività al sistema e questa legge è un primo passo verso la trasparenza.”