Valcamonica, i carciofi sono (quasi) pronti a finire in bottiglia
Siamo abituati a vederli nel piatto, ma i carciofi di Malegno sono speciali e potrebbero anche finire in bottiglia.
L’”articiok”, questo il nome dialettale della particolare varietà locale di carciofo diffusasi nella seconda metà del secolo XIX e agli inizi del secolo XX e particolarmente apprezzata nella zona, è protagonista di un nuovo progetto di promozione dei prodotti della Valle Camonica intitolato “Carciofi in bottiglia: valorizzazione di una peculiarità di Malegno”, promosso da Comune di Malegno e Università della Montagna di Edolo.
L’ortaggio tipico del territorio è stato raccolto dall’agricoltore Felice Pezzoni, che lo coltiva dagli anni Quaranta, e sottoposto a studi e analisi morfologiche e fitochimiche utili da un lato ad iscrivere il prodotto nel Registro nazionale dell’Agrobiodiversità, e dall’altro a valutarne le possibilità di coltivazione anche in altri luoghi.
Tra gli eventuali impieghi anche quello di base per la preparazione di un amaro o di un’altra bevanda alcolica: un futuro del tutto nuovo quindi per l’articiok. Le nuove prospettive sono state presentate durante un incontro che si è tenuto nella sede di Unimont e che ha visto la partecipazione di Anna Giorgi, Luca Giupponi e Davide Pedrali di Unimont, Eugenio Massetti, vicepresidente Confartigianato Imprese, Fabio Peloso, presidente mandamento Valcamonica di Confartigianato Brescia, Matteo Furloni, sindaco di Malegno e Matteo Tevini del Liquorificio Tevini di Edolo.
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