“I beni comuni non possono avere l’esclusiva. Sarebbe un fatto gravissimo. Certamente intollerabile”. Con queste parole, sull’ultima edizione del notiziario comunale, il sindaco Tiziano Belotti è intervenuto sulla questione della denominazione Franciacorta, che da tempo è oggetto di aspre polemiche.
Le cronache, infatti, raccontano sempre più spesso di diffide legali da parte dei Consorzio vitivinicolo a chiunque utilizzi la parola Franciacorta in loghi o eventi. E così – racconta Belotti – è accaduto anche quando Rovato ha provato a registrare il marchio “Franciacorta Magnifica Città”, con cui il Comune promuove da tempo eventi di carattere culturale.
“Per il Consorzio – attacca Belotti – il termine Franciacorta non è il toponimo di un territorio ricchissimo di storia, di architettura, di arte e di cultura, e già menzionato in un documento del 1277, ma esclusivamente un vino spumante e nessuno può utilizzare la parolina Franciacorta, nessuno, nemmeno quel territorio che è la Franciacorta da sempre, nemmeno un Ente pubblico come il Comune di Rovato o gli altri Comuni della Franciacorta, e a questo punto nemmeno la Provincia, o la Regione o lo stato italiano”.
Il Consorzio vitivinicolo – lo ricordiamo – è nato ufficialmente nel 1990. E sul sito del Franciacorta (il vino) si legge: “Il nome Franciacorta ci riporta a una storia lontana, avvolta da un enigma su cui ancora si ama fantasticare. L’ipotesi più accreditata è quella che lega il territorio alla presenza di monasteri cluniacensi e cistercensi che giunsero in Franciacorta da Cluny nel XI secolo. Monasteri molto potenti che, grazie alla bonifica e coltivazione dei vasti appezzamenti che amministravano in questi territori, riuscirono attorno al 1100 ad ottenere l’esenzione dal pagamento del dazio. Erano quindi delle Francae Curtes, cioè delle corti libere dalle tasse. Da Francae Curtes nacque il toponimo “Franzacurta”, apparso per la prima volta negli annali del Comune di Brescia già nel 1277”.
Anche alla luce di queste parole – al di là delle questioni legali e di marchio, su cui si esprimeranno eventualmente i tribunali – sono in molti a domandarsi sulla base di quale principio il consorzio possa rivendicare l’uso “esclusivo” del nome di un territorio quasi millenario, che addirittura è nella denominazione di un Comune che ne fa parte (Paderno Franciacorta, appunto).
L’EDITORIALE DEL SINDACO TIZIANO BELOTTI SUL NOTIZIARIO COMUNALE (TESTO INTEGRALE)
LA FRANCIACORTA.
Succede che qualche mese fa, per tutelare il nostro evento “Chilometro del manzo all’olio” chiedo agli uffici di procedere alla registrazione del marchio, in maniera tale che resti definitivamente un patrimonio della città di Rovato. E chiedo pure la registrazione del marchio “Franciacorta la magnifica città. Incontri e passeggiate nella cultura”, per evitare equivoci e per tutelare quel nostro contenitore di eventi culturali che utilizziamo da tempo e che volentieri ho concesso in prestito ad altre amministrazioni, ma che vorrei restasse ugualmente patrimonio della nostra città.
Apriti cielo. Per questa seconda registrazione ricevo quasi immediatamente una telefonata da un funzionario del Consorzio di tutela dei vini di Franciacorta che in maniera neanche molto elegante mi intima di rinunciare alla registrazione del marchio “Franciacorta la magnifica città. Incontri e passeggiate nella cultura”, perché, mi spiega, il “Franciacorta” è una DOCG che rappresenta il loro vino spumante, ed è un marchio già registrato da tempo dal Consorzio e per il quale loro detengono l’esclusiva. Rispondo che so bene che il Franciacorta è anche il nome di un vino, che peraltro apprezzo molto e che bevo volentieri, ma che la Franciacorta (dalla quale prendono il nome i vini e la cui denominazione gli è stata prestata proprio dal nostro territorio) è prima di tutto una bellissima regione nella quale vivo e lavoro da sempre e nella quale vivono e lavorano quasi 200.000 persone, e che comunque il Comune di Rovato non produce ne vende nulla, tantomeno vino. Peraltro “Franciacorta la magnifica città” nasce proprio per promuovere il territorio e le sue ricchezze accumulate in 1.000 anni di storia, per organizzare serate, dibattiti ed eventi culturali e nient’altro. Il Comune non fa per sua stessa natura attività imprenditoriali, né lucra sugli eventi, né vende alcunché, né può fare concorrenza a nessuno.
Non se ne parla nemmeno. La Franciacorta per il mio interlocutore è un vino e basta, tutto il resto non esiste o comunque non ha alcuna importanza. Cancellati in una telefonata 1.000 anni di storia. Mi si dice tra l’altro, e con fare minaccioso: ‘abbiamo già pronto il nostro pool di avvocati’. Sembra incredibile, ma è tutto vero. In 9 anni da sindaco una situazione così non mi era mai capitata. E le letterine del pool di avvocati sono arrivate puntuali in Comune.
In sintesi. Per il Consorzio, il termine Franciacorta non è il toponimo di un territorio ricchissimo di storia, di architettura, di arte e di cultura, e già menzionato in un documento del 1277, ma esclusivamente un vino spumante e nessuno può utilizzare la parolina Franciacorta, nessuno, nemmeno quel territorio che è la Franciacorta da sempre, nemmeno un Ente pubblico come il Comune di Rovato o gli altri Comuni della Franciacorta, e a questo punto nemmeno la Provincia, o la Regione o lo stato italiano. Noi del Consorzio abbiamo registrato il Marchio per la nostra attività commerciale col vostro nome, e tanti saluti.
Faccio solo un’ultima considerazione. Franciacorta è un toponimo di un grandioso territorio, fatto di conventi e pievi e abbazie e da castelli e mura difensive e torri e palazzi e ville e mercati e strade e piazze. E chiese, tante chiese. Solo Rovato ne conta 30, in tutto il territorio dei 22 Comuni se ne contano oltre 400. E in mezzo persone, decine e centinaia e migliaia di vicende umane. Oggi la Franciacorta è anche il nome di un vino spumante eccellente, la cui produzione e commercializzazione ha contribuito a dare lustro al nostro territorio. E questo vino eccellente resterà sicuramente nella memoria come una delle grandi e belle vicende umane di cui la Franciacorta è ricchissima. Ma il territorio è un’altra cosa. Non è una sola vicenda umana. Il territorio della Franciacorta è la terra nella quale viviamo. E’ quella terra plasmata dalle innumerevoli vicende di oggi e di ieri, è la terra di tutti noi. E’ un territorio magnifico, un Patrimonio comune, un Bene comune. E i Beni comuni non possono avere l’esclusiva. Sarebbe un fatto gravissimo. Certamente intollerabile.