▼ Sesso droga e crocifisso: niente carcere per il prete di Desenzano
E’ finita con un patteggiamento la vicenda del prete bresciano (66 anni), con casa a Desenzano, che nell’estate dello scorso anno era finito alla ribalta delle cronache locali e nazionali – ma anche sotto la lente delle forze dell’ordine – per diverse vicende legate a presunti ricatti sessuali, con presunti festivi a base di cocaina e presunte violenze.
La questione era arrivata davanti ai giudici per la denuncia di violenza sessuale sporta da una transessuale, che era stata avvistata fuggire nuda dalla finestra della casa del sacerdote (in un residence).
Ieri – come era annunciato da tempo – il prete, davanti al Gip, ha patteggiato (istituto che non include l’ammissione della colpa), risarcendo la transessuale e concordando con il giudice un anno di otto mesi di reclusione con pena sospesa. Dunque non andrà in carcere.
Il sacerdote, lo ricordiamo, era stato prima denunciato per presunte minacce verbali da un 31enne sudamericano incontrato in una chat di incontri gay e incontrato in più di un’occasione a pagamento. Poi, l’1 agosto 2023 era avvenuto l’episodio con la trans, che lo aveva denunciato per violenza sessuale a causa di palpeggiamenti non graditi (accusa respinta dalla controparte). Nella sua abitazione erano stati trovati anche alcuni grammi di cocaina, di cui il prete aveva ammesso di essere un consumatore.
Successivamente il 66enne, in servizio alla Diocesi di Verona, si era trasferito in altra provincia (per alcune cure, pare). Ma risultava irreperibile e, dunque, non era possibile notificargli gli atti. Infine, intorno a novembre, si era presentato spontaneamente in procura.