Bertolaso, nell’occasione, ha comunque precisato che la ristrutturazione del Montecroce non è attualmente esclusa. Scartata l’ipotesi di rafforzare la struttura con un esoscheletro per poi ricostruire i muri (4 anni e 140 milioni), infatti, rimane ancora in piedi l’opzione della ristrutturazione a blocchi, con la realizzazione di una struttura temporanea che ospiti man mano i reparti oggetto di intervento. La ristrutturazione costerebbe però una ventina milioni in più rispetto al nuovo e – in caso di ritrovamento di amianto – i tempi dei lavori potrebbero allungarsi in maniera significativa.
Insomma: secondo la Regione realizzare una nuova struttura sarebbe più conveniente. E la comunità locale ne trarrebbe doppio vantaggio: l’attuale ospedale, infatti, verrebbe sistemato e trasformato in un centro socio-sanitario (“il più importante del Nord Italia”) per anziani e disabili, con alloggi e altri servizi per il personale sanitario.
Quanto ai dubbi legati alla collocazione scelta (l’area ribassata, la falda alta, i vincoli ambientali e paesaggistici e la viabilità), invece, le risposte non ci sono ancora. Ma i primi rilievi (iniziati ad agosto) indicano che il terreno è “geologicamente stabile” e non c’è il rischio di allagamenti. Rassicurazioni sono arrivate anche sul nodo dei posti letto. La direttrice generale di Asst Garda Roberta Chiesa, infatti, ha precisato che calerebbero solo quelli accreditati (331, che scenderebbero a 305) e non quelli effettivamente utilizzati (circa 200).
Ma le risposte non hanno convinto tutti (e mancano ancora quelle relative alla gestione della viabilità) e anche il sindaco di Desenzano Guido Malinverno – stando alle cronache – ha precisato di auspicare che “l’ospedale resti dov’è”.
In attesa della decisione, comunque, Bertolaso ha dato una risposta più chiara sul discusso studio di un nuovo ospedale a Chiari, vicino a Brebemi, precisando che “per ora non è nei piani già approvati dalla giunta”.