(a.t.) Altro che l’aeroporto di Montichiari… la Corda Molle rischia purtroppo di diventare la più grande sconfitta della politica bresciana negli ultimi 20 anni. Date esatte non ce ne sono, per il momento, ma – pochi giorni fa, nell’ultima riunione tra Provincia, tecnici del Ministero delle Infrastrutture e tecnici della società concessionaria (Autovia) – è emersa chiaramente una cosa: con il nuovo anno la strada (30 chilometri, da Ospitaletto a Montichiari) diventerà a pagamento.
I tecnici ministeriali, infatti, hanno comunicato che non ci sono i tempi per trovare soluzioni pratiche che impediscano al concessionario di introdurre il pedaggiamento – come da contratto – al termine dei lavori in atto. Di più: gli stessi avrebbero anche evidenziato che, in virtù delle normative europee, non ci sarebbero nemmeno gli strumenti per imporre agevolazioni particolari in favore dei pendolari.
Dunque, salvo sorprese, per percorrere la Corda Molle si pagherà presto un pedaggio e il conto potrebbe essere di circa 10 centesimi al chilometro per le auto (un pendolare che tutti i giorni fa l’intera tratta potrebbe trovarsi a spendere 700-800 euro in più all’anno) e di 20-25 centesimi per i mezzi pesanti. E’ solo per gentile concessione del concessionario (il gioco di parole è voluto…) che si valuterà “la possibilità di introdurre iniziative volte alla definizione di scontistiche e forme di abbonamento, la cui fattibilità verrà valutata in novembre, ovvero quando Autovia Padana avrà concluso l’analisi dei dati di traffico rilevati dai dieci portali installati sulla Corda Molle”.
I tempi per evitare tutto ciò, a quanto pare, non ci sono. Ma il fatto che Autovia avrebbe imposto un pedaggio era noto da anni.
Se ne parlava già prima del 2010. Ma la certezza si ha almeno da quando, nel 2015, la società ha vinto la gara (indetta ufficialmente nel 2012) con un piano economico e finanziario in cui era già previsto il pedaggiamento, come dimostra l’estratto che pubblichiamo di seguito dal documento ufficiale (il presidente della Provincia era Daniele Molgora, il ministro Maurizio Lupi, succeduto a Corrado Passera). Poi nel 2018, l’allora ministro Graziano Del Rio ha modificato la convenzione in essere, stabilendo che il concessionario recuperasse i 460 milioni di investimento previsto per riqualificare la strada in quel modo.
Dal circa un anno le pagine dei giornali sono piene di richieste e polemiche sulla questione. Le domande che nascono spontanee sono numerose: dove era la politica bresciana nei 12 anni precedenti, dal 2012? Cosa è stato fatto concretamente – prima del 2023 – per scongiurare l’introduzione del pedaggio da parte dei sindaci, dei vertici della Provincia e di tutti i massimi esponenti politici bresciani?
Non solo. Salvini, come noto, durante la campagna elettorale delle Europee ha fatto grandi proclami, prima dicendo che il pedaggiamento non sarebbe stato presente nel contratto, poi assicurando che avrebbe fatto di tutto per evitarlo e infine fornendo garanzie per il solo 2024. E adesso? Non basta aver mantenuto l’ultima promessa, quella più facile, per risolvere il problema. Ora vanno recuperati in fratta 18 milioni all’anno e va trovato il modo di consegnarli ad Autovia senza violare le normative europee. Non è detto, infatti, che la strada di aumentare il pedaggio nel tratto della A21 che fa capo allo stesso gestore sia tecnicamente percorribile.
La soluzione, quindi, qual è? E’ falso dire che i cittadini hanno già pagato per quell’opera, i cui costi sono stati sostenuti interamente dai privati. Ma è vero che i cittadini avevano già una strada, se pure a una corsia, che faceva lo stesso servizio in maniera gratuita. Ora se ne trovano una larga e veloce gratis. Da gennaio pagheranno e il traffico fino a oggi transitato dalla Corda Molle si riverserà in parte sulla viabilità ordinaria, creando non pochi disagi.
La politica ha il compito di dare risposte. Stavolta si è mossa tardi. Ma ora una soluzione va trovata in tempi rapidi. E Brescia deve muoversi in maniera compatta, senza divisioni politiche.