Fa discutere, nell’Ovest Bresciano, l’ipotesi di abbandonare l’attuale sede dell’ospedale Mellino Mellini di Chiari per realizzarne uno nuovo su un terreno frutto di un lascito (Barcella) a ridosso dell’autostrada Brebemi. Un tema che è stato affrontato nella serata di martedì 10 settembre dall’assemblea dei sindaci dell’Ambito distrettuale Oglio Ovest, che comprende Castelcovati, Castrezzato, Cazzago, Chiari, Coccaglio, Comezzano Cizzago, Roccafranca, Rovato, Rudiano, Trenzano e Urago.
La “svolta” è stata caldeggiata dai vertici dell’Asst, a partire dalla direttrice generale Alessandra Bruschi, che ha sottolineato come la struttura attuale (datata 1905) non sia più adeguata alle esigenze operative e comporti costi di manutenzione sempre più onerosi. Oltre a non offrire soluzioni di spazio ottimali per la nuova Neuropsichiatria infantile, il nuovo laboratorio di analisi e il nuovo dispensiario farmaceutico.
Non tutti, però, la pensano allo stesso modo. L’area interessata, infatti, si trova sulla sp17, di fronte alla Conad di Chiari, e si collega a Brebemi con un paio di opzioni viabilistiche. Ma il progetto implicherebbe un consumo di suolo da 80mila metri e su questo, principalmente, si concentrano le obiezioni degli ambientalisti.
Sul fronte opposto, però, si sono già schierati alcuni sindaci, come quelli di Coccaglio, Rudiano, Roccafranca, Chiari, Rovato e Castrezzato. Mentre Trenzano, Castelcovati e Comezzano si sono dimostrati più prudenti.
In qualsiasi caso, nonostante uno studio di fattibilità sia stato fatto prima del Covid, i tempi perché l’idea del nuovo ospedale di Chiari possa trovare compimento sarebbero comunque lunghi: risolto il problema dell’area, infatti – tra progetto, appalti e lavori – difficilmente l’opera potrebbe essere inaugurata prima del 2030.