Potrebbe essere solo agli inizi l’inchiesta che ha portato lunedì ad arrestare per corruzione Arturo Bernardelli (noto imprenditore del settore cave) e a porre sotto indagine l’ex sindaco di Castenedolo (ex consigliere provinciale con delega alle Cave e attuale coordinatore di Italia Viva) Gianbattista Groli.
Resta da capire, infatti, fin dove si spingano le intercettazioni a cui sono stati sottoposti i due, che hanno coinvolto anche altri personaggi della politica (tra questi sono noti il leghista Fabio Rolfi e l’eurodeputata di Fdi Mariateresa Vivaldini, entrambi non indagati).
Stando alla ricostruzione dell’accusa, Bernardelli – ripetendo un sistema “collaudato” – avrebbe cercato di corrompere un tecnico del Comune di Ghedi (che ha denunciato), chiedendogli di modificare il rilievo topografico di una cava in cambio di 15mila euro e consulenze. Mentre Groli, in accordo con Bernardelli, avrebbe ripetutamente fatto pressione sul tecnico, che conosceva per legami familiari. Arrivando perfino a proporgli (a fine 2023) la candidatura in consiglio comunale e la nomina ad assessore.
Ora sotto la lente c’è la posizione dei tre (sotto accusa c’è anche un dirigente della EdilQuattro), ma anche i legami tra Bernardelli e il mondo della politica. Va chiarito, inoltre, l’episodio del tecnico della Provincia “ostile” agli interessi del cavatore che sarebbe stato convocato da Vivaldini su sollecitazione di Rolfi e prima di Bernardelli.
Nel frattempo – va rilevato – dal mondo politico e istituzionale non sono arrivate prese di posizioni ufficiale, salvo quella della Provincia, che si è detta estranea ai fatti. Tace Italia Viva. E anche i Comuni di Castenedolo e Ghedi non hanno diffuso note sulla questione.