▼ Mucche stressate per l’afa: – 15% di latte nelle stalle bresciane

Lo afferma Coldiretti Brescia nel sottolineare che per questi animali il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte

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mucca - foto generica da Pixabay
Mucca, foto da Pixabay

Il grande caldo assedia le fattorie bresciane dove le mucche, a causa di alte temperature e afa, stanno producendo in media il 15% di latte in meno rispetto ai periodi normali, nonostante l’entrata in funzione di doccette e ventilatori per rinfrescare le stalle. Lo afferma Coldiretti Brescia nel sottolineare che per questi animali il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.

Per questo –  continua Coldiretti Brescia – negli allevamenti  sono a pieno regime le misure anti afa: oltre a ventilatori, doccine e acqua fresca, gli allevatori stanno somministrando razioni alimentari integrate con sali minerali e non solo: “nella mia azienda – precisa Giovanni Martinelli allevatore di Borgo San Giacomo e vicepresidente di Coldiretti Brescia – dove il calo è stimato attorno al 15%, abbiamo deciso di distribuire l’alimentazione attraverso il carro miscelatore due volte al giorno rispetto alla somministrazione unica per garantire un pasto più fresco agli animali e quindi più appetibile”.

“Il caldo incide per circa il 10% – conferma Ettore Chiappini, allevatore di bovini da latte di Lograto, – nella mia azienda riusciamo a contenere le perdite grazie all’uso di dispositivi come doccette e ventilatori, che sono costantemente in azione e alla modifica della razione alimentare aggiungendo più fibra”.

Al calo delle produzioni di latte – precisa  Coldiretti Brescia – si aggiunge anche un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo ma anche legati all’alimentazione: “quest’anno in particolare – precisa Toninelli Maurizio allevatore di Leno– il costo del mais da trinciato potrebbe aumentare fino ad un 20% in più rispetto alla scorsa stagione per il calo della produzione di foraggere causato delle continue piogge della stagione primaverile che ne hanno impedito la semina o comunque compromesso il raccolto”.

Anche gli altri settori della zootecnia subiscono le conseguenze dell’afa e delle alte temperature degli ultimi giorni che causano un calo dell’appetito e di conseguenza dell’accrescimento degli animali: “certamente i  miglioramenti delle strutture e degli impianti di climatizzazione – conclude la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti – ne stanno mitigando le conseguenze”.

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