Gli autovelox della Provincia di Brescia rimangono accesi. Ma le multe sono a rischio. E parliamo di un importo complessivo (circa 40 milioni nel 2022) che sulla carta potrebbe davvero mettere in crisi gli equilibri finanziari del Broletto.
A determinare il quadro – al momento ancora da chiarire – è stata la sentenza 10505 della Corte di Cassazione che, partendo dal ricorso di un avvocato di Treviso, ha stabilito l’impugnabilità di tutte le multe per eccesso di velocità elevate tramite dispositivi che non riportino i riferimenti sia dell’approvazione sia dell’omologazione. Due certificati che hanno caratteristiche diverse, perché l’omologazione stabilisce il via libera ministeriale alla riproduzione in serie di apparecchi testati in laboratorio, mentre l’approvazione – l’unico certificato di cui gode la maggior parte degli autovelox – non rileva la sussistenza di determinate caratteristiche.
Concretamente migliaia di automobilisti possono ora presentare ricorso contro le sanzioni. Ma va comunque precisato che la procedura non è attivabile per le multe già pagate o quelle per cui sono scaduti i termini (l’unica opzione sarebbe quella di citare per danni l’ente sanzionante, ma bisogna dimostrare che ha utilizzato consapevolmente uno strumento non omologato..). Per chi ha ricevuto la multa di recente, invece, l’iter è quello di non pagare e presentare ricorso al giudice di pace entro 30 giorni. Ma l’esito della sentenza non è ovviamente certo e per una multa da 40 euro va comunque versato un contributo da 48 euro (cifra che rimane invariata fino ai 1000 euro di multa), su cui poi è possibile chiedere il rimborso in caso di successo… A questo poi va sommata l’eventuale spesa per l’avvocato. Insomma: concretamente potrebbe cambiar poco, salvo che nei casi di sanzioni con importi molto rilevanti.
In attesa di capire come si muoveranno gli altri enti locali, il Broletto ha spiegato di voler tenere accesi – almeno “per ora” – i suoi velox, anche se tutti i rilevatori sarebbero soltanto autorizzati e dunque senza il requisito dell’omologazione. L’ente sta facendo comunque verifiche per evitare problemi legali. Come noto esiste una circolare del 2020 che equipara le due procedure e a questa ha sempre fatto riferimento la Provincia. Ma la sentenza della Cassazione complica decisamente le cose.
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