Il lago di Garda è ai livelli massimi da anni. Ma la preoccupazione di molti non è bastata a fermare il Servizio Bacini Montani della Provincia Autonoma di Trento, che ha deciso di riaprire oggi (dalle 12.45 alle 18) – per attività di manutenzione programmate – le paratoie dello scolmatore della galleria Adige-Garda, che da Torbole scarica nel lago l’acqua del fiume in caso di piene che minacciano Verona (dal 1959 è stato aperto una decina di volte in tutto).
Stando alle autorità trentine questa immissione alzerà i livelli “soltanto” di un millimetro. Peccato che a Comunità del Garda, Aipo, Wwf, Guardia Costiera e Regione Lombardia la rassicurazione non basti, visto che nei giorni scorsi sono stati lanciati diversi appelli – pubblici e privati – per evitare l’apertura. La premessa, infatti, è che il Benaco è pericolosamente vicino al limite dei 140 centimetri sullo zero idrometrico (anche se ancora lontano dai 150 toccati nel 2014, il livello più alto dal 1950).
La speranza è che abbiano ragione i trentini, ma il dubbio resta. E la certezza è che quanto sta accadendo evidenzia il fallimento della politica. Sulla gestione del lago di Garda, infatti, ogni ente sembra agire in totale autonomia, senza un vero coordinamento tra le parti e senza decisioni condivise.
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