C’è anche la Procura di Brescia fra le tredici in Italia che – dopo le ispezioni ordinarie dello scorso settembre – sarebbero oggetto di approfondimenti da parte dell’ispettorato generale del ministero della Giustizia per le modalità con cui vengono comunicati i processi penali in corso.
A darne notizia è stato oggi, alla Camera, Andrea Delmastro. Nell’occasione il sottosegretario alla Giustizia ha ricordato le procure devono “evitare la spettacolarizzazione mediatica”, tutelando i soggetti terzi e mantenendo i rapporti con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa. Per questi, inoltre, deve comunque sussistere “l’interesse pubblico che giustifica l’autorizzazione a conferenze stampa e comunicati degli organi inquirenti”. Senza ricorrere a denominazioni di procedimenti che potrebbero colpevolizzare gli indagati.
Il 19 dicembre scorso, lo ricordiamo, la Camera dei deputati ha anche approvato una modifica del Codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare. I media l’hanno ribattezzata legge Bavaglio e senza dubbio il legislatore sembra andare nella direzione di rendere sempre più difficile la comunicazione tra giudici e media. Siamo proprio sicuri che tutto ciò faccia bene ai presunti innocenti e alla democrazia?
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