Sarebbero stati una sorta di banca – abusiva – per i propri connazionali: così 21 persone di origini cinesi sono indagate dalla Procura di Brescia per diversi reati. A vario titolo sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla prestazione abusiva di servizi di pagamento, autoriciclaggio e riciclaggio, il tutto aggravato dalla transnazionalità del reato.
Il loro modus operandi sarebbe stato quello di svolgere attività bancaria abusiva per connazionali in tutta Italia riuscendo anche ad eludere il sistema di prevenzione antiriciclaggio. Nell’ambito dell’inchiesta della Procura la Guardia di Finanza ha eseguito diverse perquisizioni sequestrando oltre 1 milione e 200mila euro, cinque macchinette contasoldi, sei Rolex , un bouquet di fiori con dentro oltre 1200 euro e decine di cellulari.
La banca abusiva avrebbe utilizzato il denaro per monetizzare fatture false. Poi per trasferire i soldi contanti dall’Italia alla Cina avrebbero utilizzato sia applicazioni informatiche crittografate sia un sistema che dà modo di trasferire il denaro non tracciato su base fiduciaria (Fei Chen).
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